La battaglia di Natale nel comasco: «Litigare non serve al turismo in crescita»

Intervista Giuliano Galli, l’area manager del Fai Lombardia e la polemica tra gli “Amici di Como” e il sindaco del capoluogo

«Lasciamo le contrapposizioni tra città capoluogo e lago al passato ed alla tradizione. I numeri dicono che la “Città dei Balocchi” ha portato turisti e residenti anche sul lago in un modello che gli “Amici di Como” hanno affinato negli anni. Collaborazione deve continuare ad essere la parola d’ordine, guardando anche al ramo lecchese, il territorio che potenzialmente ha i maggiori margini di sviluppo».

Così Giuliano Francesco Galli, area manager Fai Lombardia Prealpina (cui fa capo Villa del Balbianello, da otto anni bene Fai più visitato d’Italia), inquadra l’attuale situazione, che ha visto la “Città dei Balocchi” (edizione numero 29) trasferirsi con il marchio “Lake Como” a Cernobbio. Con il suo carico di polemiche e le bordate del sindaco di Como, Alessandro Rapinese.

Cosa ne pensa, Galli?

«Siamo arrivati al termine - o quasi - di una stagione turistica dai numeri incredibili, all’interno della quale il brand lago di Como ha ulteriormente ampliato ed amplificato i propri orizzonti, soprattutto all’estero. Colgo l’importante cassa di risonanza de “La Provincia” per riaffermare il concetto che il rapporto ed il filo diretto tra il lago e il capoluogo è fondamentale dentro le dinamiche culturali e turistiche. O meglio tra i laghi ed i capoluoghi perché nel discorso deve rientrare anche Lecco».

In che senso?

« Tutti i paesi rivieraschi sono collegati con i due capoluoghi. Lo sono sempre stati durante la storia. Dai tempi del Barbarossa (correva l’anno 1169) esiste una rivalità tra lago e capoluogo, ma è a quell’epoca che deve rimanere confinata. La collaborazione deve essere totale e con questo mi preme rimarcare il massimo rispetto per una carica istituzionale come quella del sindaco di Como, eletto dai cittadini».

Lo spunto di questa chiacchierata sta nell’edizione della “Città dei Balocchi” che quest’anno fa capo a Cernobbio.

«Guardo con interesse al fatto che l’idea degli “Amici di Como” è quella di coinvolgere un’ampia porzione di lago. Siamo stati forse i primi a scommettere sulla destagionalizzazione dell’offerta e della proposta turistica ed anche lo scorso anno, con la Regina chiusa per i lavori della variante a Colonno, abbiamo comunque deciso di tenere Villa del Balbianello aperta nel periodo invernale. La “Città dei Balocchi” è fondamentale per garantire un’adeguata proposta invernale e natalizia anche al lago».

E i risultati arrivano?

«Certo, la differenza - come detto - c’è e si vede, perché se nei primi anni di apertura invernale la dimora Fai era appannaggio (quasi) esclusivo dei residenti - interpretando anche la volontà del conte Guido Monzino, ultimo proprietario della dimora di Lenno - la collaborazione con Como e con le iniziative natalizie del capoluogo ha portato sicuramente più stranieri alle latitudini lennesi e del lago, anche se il tema trasporti - soprattutto quelli via lago (il riferimento è ai collegamenti della NaviComo) - meriterebbe un approfondimento in più. Detto che il “Lake Como Christmas Light” oltre a Villa del Balbianello anche la Torre del Soccorso (che domina l’isola Comacina) per il futuro “di sicuro lo sviluppo più importante riguarderà il ramo lecchese. Penso a Varenna, Bellano, Dervio”, ma anche - e il concetto deve passare con tutta l’enfasi del caso - “le valli, dalla vicina Val d’Intelvi cui peraltro è legato l’attuale sindaco di Como a tutte le valli attigue al lago tra Comasco e Lecchese».

Con l’aiuto delle istituzioni, ovviamente.

«Le Camere di Commercio si sono già portate avanti con Como e Lecco che hanno unito le forze . Senza questa unione di idee e di intenti, i Pic (Piani integrati della cultura) non avrebbero trovato degna concretizzazione. Questa è la strada da seguire».

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