Seicento case popolari sfitte, e solo il 15% ne trova una

Emergenza abitativa Su oltre 1100 domande all’Aler accolte appena 131. La denuncia: «Situazione scandalosa, si sistemino gli immobili pubblici»

Caro casa, in città ci sono più oltre duecento alloggi pubblici sfitti o inagibili, di contro solo il 15% dei richiedenti ottiene l’assegnazione di un appartamento. Mentre aumentano morosità e sfratti.

Un dettagliato rapporto di Sicet dei Laghi, il sindacato degli inquilini della Cisl, fotografa il bisogno di abitazioni a Como e provincia.

«Sempre di più – spiega il responsabile a Como di Sicet Matteo Dominioni - la nostra attività sindacale deve misurarsi con l’aggravarsi dell’emergenza abitativa, derivante dall’evidente divario esistente tra una domanda sempre più estesa, fortemente caratterizzata da persone e famiglie in condizioni sociali e reddituali deboli ed un’offerta complessiva di alloggi del tutto insoddisfacente nel settore pubblico». Colpa per il sindacato «della crescente aggressività della rendita immobiliare», che arriva a parla di «emergenza abitativa».

I dati

Nel 2023 le domande avanzate all’Aler dai cittadini a Como sono state 443, a fronte di soli 68 alloggi assegnabili. I dati sono ancora più bassi nel resto della provincia dove in totale a fronte di 1104 domande sono assegnabili solo 131 case. Dunque nemmeno il 12% delle richieste vengono soddisfatte. A Cantù sono state presentate 233 domande e sono 22 alloggi disponibili, a Erba 129 domande contro 8 alloggi, a Lomazzo e Fino Mornasco 123 contro 9, a Mariano Comense 77 contro 8, ad Olgiate Comasco 73 contro 8. Dalla rilevazione sono esclusi, spiega Sicet, gli alloggi comunali che però sono sovrapponibili ai risultati ottenuti da Aler.

Dall’altra parte risultano inagibili o sfitti 230 appartamenti Aler in provincia e in città, 203 in città del Comune, e altre 155 abitazioni pubbliche nel Comasco sono vuote. La somma arriva quasi a 600 case. «Se fossero messe in assegnazione risolverebbero buona parte dell’emergenza abitativa – spiega Sicet - dal nostro punto di vista è una condizione scandalosa, a fronte di circa 1.100 famiglie in difficoltà economica che chiedono un alloggio pubblico, non riuscendo a sostenere i canoni esistenti nel libero mercato».

L’appello alla politica è accelerare i programmi di recupero dell’edilizia popolare. «Sugli sfratti i dati del Ministero sono ancora fermi al 2022 e per la provincia di Como sono stati emessi 379 procedimenti di sfratto. Nel 2023 non può che esserci stato un ulteriore incremento, dovuto alle aumentate difficoltà delle fasce deboli della popolazione».

«La morosità resta la causa principale dei procedimenti di sfratto con l’86% rispetto al 14% del termine contrattuale. Le richieste pregresse di esecuzione dello sfratto in provincia sono state 370 e gli sfratti eseguiti nel 2022 sono stati 345».

Sicet sottolinea come i pochi affitti rimasti in città vedano un forte aumento dei canoni dettato dalla vocazione turistica del capoluogo. Sicet domanda nuove politiche abitative pubbliche, un sostegno all’affitto per le fasce deboli, più investimenti nelle ristrutturazioni, mentre al privato chiede il mantenimento del canone concordato e altre misure per non sottrarre a lavoratori e famiglie altre case.

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