Anche a Como è arrivata la Popillia: l’insetto sta divorando tutte le piante

Le segnalazioni Giardini invasi dal piccolo scarafaggio. L’esperto: non punge, non morde ma distrugge il verde. Soprattutto non esistono insetticidi davvero efficaci

Como

La nostra provincia come mezza Lombardia è invasa dalla popillia japonica.

Resistono ormai solo una dozzina di paesini dell’alto lago definiti dalle autorità sanitarie “cuscinetto”, data la scarsa diffusione di questo animaletto proveniente dall’Asia. Ma per tutti gli altri Comuni del Comasco la dicitura usata è “infestati”. Se si guardano le mappe del nord Italia con le aree interessate dall’arrivo dell’insetto risalenti al 2022 si scopre che i primi focolai hanno preso piede tra il Piemonte e il Varesotto, raggiungendo in breve tempo il novarese, Milano e Monza.

Da Malpensa?

Con ogni probabilità la popillia è arrivata in aereo, è sbarcata a Malpensa dove ora infatti vengono portati avanti controlli mirati. Ma ormai oggi la diffusione tocca il Pavese, soltanto la Bergamasca, Sondrio, Brescia e Mantova sembrano indenni.

Per tenere sotto controllo questa enorme diffusione la Regione e le Ats hanno avviato un monitoraggio della popillia tramite delle catture, con la posa delle trappole iniziata a fine maggio. Sul nostro territorio tra giugno e luglio uno di questi strumenti posizionati poco sotto al capoluogo ha già intrappolato 5.553 insetti, più di 140mila gli esemplari catturati in tutta la Lombardia. Numeri raddoppiati rispetto alla campagna 2024, ma che rappresentano comunque una minima parte del problema. I vivaisti più toccati dalla popillia infatti raccontano di aver messo trappole che hanno raccolto insetti contati al chilo, non all’unità. L’azione messa in campo dalle autorità vuole comunque essere solo una forma di monitoraggio.

«Proprio per i vivaisti è un problema, la popillia non punge, non morde, non porta virus – dice l’esperto entomologo comasco Mario Colombo – ma divora certe piante. Il danno è soprattutto estetico, ci perde di più chi coltiva essenze belle, che si vendono perché gradevoli. Infatti questo animaletto mangia le foglie, meno fiori e frutti. Nelle viti per esempio i grappoli restano intonsi, certo sparisce il verde d’attorno». Lasciano giusto lo scheletro delle foglie, così succede a menta, basilico, alle piccole piante degli orti, ma non per esempio al mais.

Le larve nascoste

«Questione di gusti – dice ancora Colombo – il primo danno scesa dall’aereo qualche anno fa la popillia l’ha fatto ai tappeti erbosi arrotolati per allestire i giardini attorno a Varese, dentro c’erano le larve. Nel tempo l’insetto di si è diffuso a dismisura per diverse ragioni. Primo perché mangia tutto o quasi, poi perché ha raggiunto un sovrannumero importante e infine perché non esistono diffusi insetticidi o misure naturali per trovare un equilibrio. Equilibrio che comunque si verrà a creare quasi certamente, merito di altri parassiti, insetti o animali». Così è successo con altre invasioni in passato, la natura poi trova un contrappeso. «I danni però sono reali – dice Ettore Piero Frigerio, presidente degli agronomi di Como, Lecco e Sondrio – le foglie diventano scheletri, le piante anche da frutto vengono indebolite. Esistono finanziamenti per reti protettive, serre, tunnel, ma la natura o la chimica devono darci maggiori strumenti contenutivi, comunque già nelle mani dei professionisti più esperti».

Trappole sconsigliate: «Ci sono altri prodotti»

«Per la maggior parte delle piante il danno è solo estetico, relativo alle foglie, le colture non sono a rischio – spiega Andrea Tantardini, fitosanitario comasco, uno dei massimi esperti – si possono difendere con accortezze e tecniche supplementari. Ci sono già dei prodotti precisi da impiegare in maniera professionale. Per i giardinieri, i vivaisti e il mondo hobbistico, gli orti, è invece sconsigliato il ricorso alle trappole. Tramite ormoni finiscono per richiamare più popillie di quante poi vengono catturate. Ci sono invece dei prodotti in libera vendita che senza patentini possono essere sfruttati».

«Questo insetto è nuovo, è arrivato, dobbiamo armarci e attendere una compensazione naturale che è già in corso – dice l’esperto – ci sono antagonisti nei tappeti erbosi che mangiano le larve, pur lasciando danni. Cornacchi, cinghiali e tassi sono ghiotti di popillie, anche se rovinano i prati. Alcuni funghi ammuffiscono le larve, dei vermetti cilindrici per noi innocui possono stabilizzare nel tempo la diffusione dell’insetto». Niente allarmismi dunque. «Le trappole tramite ormoni attraggono troppi insetti - spiega il giardiniere Vittorio Sangiorgio – in mani inesperte rischiano di calamitare miriadi di popillie dai paraggi. Se l’infestazione non è importante non conviene. Nel piccolo si possono proteggere le piante con retine»

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