
(Foto di Cusa)
La rivoluzione Le strutture vetrate permanenti diventeranno provvisorie per restare in uso solo 6 mesi. Poi dovranno essere sostituite da ombrelloni e tavolini
Como
Alcune zone del centro storico e della fascia turistica cambieranno radicalmente volto nei mesi da aprile a settembre: la giunta ha infatti deciso di modificare il “Regolamento edilizio” approvato per la prima volta nel 1975 e successivamente integrato nel 1997 con l’inserimento dell’articolo 67 per normare le chiusure stagionali di spazi commerciali. Le nuove variazioni allo stesso articolo, che dovranno ora passare dal consiglio comunale (ma non ci saranno problemi vista la maggioranza monocolore della lista Rapinese), avranno impatti molto pesanti su alcune attività commerciali, alcune delle quali storiche (da piazza Mazzini a piazza Perretta, ma anche viale Giulio Cesare o la zona di viale Geno, solo per fare alcuni esempi.
Le strutture vetrate permanenti esterne, sia di forma quadrata o rettangolare, ma anche quelle curve che si vedono non solo a Como, ma in molte città, dovranno diventare a tutti gli effetti provvisorie e potranno essere collocate soltanto per sei mesi l’anno, mentre per gli altri sei dovranno essere rimosse e, al loro posto, ci potranno essere (se richiesti) ombrelloni e tavolini ma nessuna copertura fissa.
Nel dettaglio lo prevede il nuovo articolo uno e, più precisamente i punti dall’otto al dieci. «Le chiusure stagionali di spazi commerciali di interesse turistico afferenti esclusivamente esercizi pubblici quali bar, ristoranti e locali di ritrovo, sia su aree pubbliche che su aree private, purché adiacenti ad aree pubbliche e da questi accessibili non costituiscono volume edilizio» al rispetto di una serie di condizioni. E le novità prevedono innanzitutto «che siano realizzate con struttura facilmente componibile in modo da garantire provvisorietà e la possibilità di montaggio e smontaggio rapido, preferibilmente con utilizzo di materiali eco-sostenibili». A questo si aggiunge il fatto che dovranno essere «integralmente e immediatamente rimosse entro un termine non superiore a centottanta giorni comprensivo dei tempi di allestimento e smontaggio del manufatto». In pratica sei mesi l’anno e non, come avviene oggi e come è sempre avvenuto, per 365 giorni a prescindere dalla stagione e dalle condizioni climatiche. Infine le nuove disposizioni indicano che «le chiusure stagionali non sono tacitamente rinnovabili e prevedono che la posa delle stesse possa essere effettuata non prima del 1 ottobre e che la rimozione avvenga non oltre il 31 marzo di ogni anno».
Nella delibera di giunta e, analogamente in quella che dovrà arrivare in consiglio comunale, viene motivato l’intervento sul regolamento con il fatto che il contenuto contraddice norme gerarchicamente superiori. «Abbiamo semplicemente messo ordine nel caos che regnava nel settore – commenta il sindaco Alessandro Rapinese -. Questo è solo il primo, per il quale abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione ad Ats, di una serie di passi che dovremo compiere per recuperare il tempo perso. La giunta in questi giorni è impegnata in un altro regolamento, successivo a questo, che è il “Regolamento del Cup” (canone unico patrimoniale, ndr) per le concessioni di suolo e anche qui, con coraggio, metteremo ordine ed elimineremo storture».
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