Addio al trenino dei giardini a lago: «Colpo al cuore, era un simbolo»

Como Tanti chiedono di salvarlo, ma per ora la certezza è che è stato smantellato

Tutti (o quasi) i comaschi, ci hanno fatto almeno un giro. Il posto più ambito era, ovviamente, la locomotiva, ma ci si accontentava anche di stare sulle altre carrozze con un obiettivo: sfidare la fortuna cercando di afferrare la piccola coda di pelo che veniva fatta scendere dall’alto guadagnandosi così una corsa gratis. È stato così dal 1979-80 a oggi. O meglio, a poco tempo fa.

Un ricordo, quello di nonne che non ci sono più, nonne e mamme di oggi e che diventerà tale per i bambini che, in questi ultimi mesi, hanno continuano a chiedere ai genitori di poter salire a bordo, che si è scontrato con la realtà dei lavori per rifare i giardini a lago.

La locomotiva, le carrozze e i binari sono stati smontati con la speranza - questa è anche quella di tanti comaschi a passeggio nella zona e che si guardano perplessi nel vedere uno spazio vuoto - che possano tornare dopo la fine dei lavori. Nel progetto dell’amministrazione comunale (in realtà è stato avviato dalla giunta Lucini, poi portato avanti da quella guidata da Landriscina e ora dovrebbe essere realizzato con modifiche e adeguamenti) il trenino non è previsto, così come i tappeti elastici (che, dal 2012, hanno preso il posto delle macchinine posizionate negli anni Novanta) e la giostra (degli anni Sessanta). Ma se per i tappeti e la giostra (che sarà smontata nei prossimi giorni) per il trenino non è escluso che possa essere nuovamente inserito, tenendo anche conto che ai giardini rimarrà la locomotiva storica a ridosso di viale Cavallotti.

Insomma, il trenino visto come pezzo evocativo della memoria storica della città.

Per ora, però, la certezza è che stato smantellato. «È stato un colpo al cuore - racconta Luciano Vinotti che, con il socio Francesco Scanziani, tra quelle giostre è praticamente nato visto che erano state messe dai loro genitori - e abbiamo visto quattro o cinque generazioni di bambini. Nonni che portano i nipoti che una volta portavano i loro figli. Credo che almeno il 70% dei comaschi sia salito sul trenino». Il signor Luciano sottolinea come il trenino sia stato prodotto «dall’azienda Dotto di Castelfranco Veneto, la numero uno» e che, sette o otto anni fa «è stato completamente riverniciato» ma è rimasto sempre quello originale.

E il futuro? «Siamo nove persone - conclude -, due famiglie, ad essere ferme. Noi rimarremmo anche solo con il trenino, speriamo si trovi una soluzione. Ci siamo anche detti disponibili a cambiare colori, a fare delle modifiche se necessario. In tutti questi anni abbiamo tenuto pulita la zona e fatto da presidio. Adesso registriamo l’affetto dei comaschi, tanti si fermano con i bimbi e ci chiedono quando tornerà».

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