
(Foto di archivio)
Salute Crescono le prestazioni e cala la lista d’attesa. Sono sempre più le richieste di chi si sposta su Como. «Ma siamo ancora entro limiti ampiamente accettabili»
Il Valduce aumenta gli esami per snellire la lista d’attesa, il paradosso però è che la coda aumenta.
A metà del 2023, visto che per diversi esami cardiologici bisogna attendere senza urgenza anche un anno e mezzo, l’ospedale di via Dante Alighieri ha deciso di potenziare test come l’holter delle ventiquattro ore, l’ecografia cardiaca o alcuni tipi di elettrocardiogramma.
Triplicata all’incirca l’offerta, dopo qualche tempo la coda è effettivamente diminuita, l’attesa anche per le ricette senza particolari priorità è scesa a sette-dieci giorni. Negli ultimi mesi però, nonostante l’aumento delle prestazioni erogate, la fila è di nuovo aumentata e in alcuni casi anche più che raddoppiata. «Siamo ancora entro dei limiti più che accettabili», spiega Mauro Turconi il segretario generale del Valduce, ma il problema delle liste d’attesa resta un meccanismo molto complicato da governare.
I pazienti, soprattutto quelli più giovani, sono disposti a spostarsi pur di trovare un appuntamento gratis entro i termini fissati
«Non è detto che aumentando gli esami la coda sparisca, anzi - spiega Riccardo Bertoletti, direttore sanitario del Valduce – le richieste sono di nuovo cresciute, buona parte dell’utenza arriva da fuori, anche da territori ben servizi dai presidi ospedalieri, per esempio Milano». C’è una grande mobilità, tema sanità, nel nostro territorio. Le persone, almeno quelle più autonome e giovani, sono disposte a spostarsi pur di trovare un appuntamento gratis entro i termini della ricetta firmata dal curante. Sono gettonati nelle nostre vicinanze territori come Sondrio, sul fascicolo sanitario per esami come la Tac si trova spesso posto a Gravedona, oppure Menaggio. Dove pure, dovendo affrontare lunghi tragitti, si crea una percentuale di rinunce o di appuntamenti andati a vuoto più elevata della media, così raccontano gli specialisti.
E del resto ancora ieri, fatta la prova ricetta alla mano, i primi appuntamenti liberi per diverse prestazioni e visite erano fuori porta. La difficoltà di fissar appuntamenti per esami e visite resta uno dei nodi della nostra sanità, conseguenza anche della mancanza di medici, i pazienti più cronici e anziani spesso rimangono con la ricetta in mano.
C’è un grande flusso verso le altre province anche per alcuni tipi di trattamenti delicati, per esempio la radioterapia oncologica, per Como il primo riferimento in questo specifico caso resta Milano. E’ così anche per la piccola chirurgia, in media un paziente comasco su tre si sposta oltre le porte di Como e Varese per sottoporsi a degli interventi di routine, ernie e calcoli. Prestazioni che si sono molto fermate durante la pandemia, rinviate per vari motivi, dovendo inoltre dare sempre la precedenza alla chirurgia più urgente e oncologica. Negli ultimi mesi però anche gli interventi meno importanti hanno visto un recupero delle attività.
Anche al Valduce, tornando alla nostra città, ha ormai smaltito parte di questi arretrati. «Abbiamo ormai chiamato tutti i pazienti del 2023 – dice ancora Bertoletti – per la chirurgia in elezione non urgente, detto appunto che gli interventi importanti e in emergenza vengono sempre e comunque garantiti. Adesso proseguiremo convocando anche i restanti candidati in coda».
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