Alunni delle medie di Prestino manifestano a scuola: «Caos in classe, noi vogliamo studiare»

Il fatto Oggi un «momento di silenzio» simbolico, per chiedere calma durante le lezioni. La preside: «Mi hanno proposto l’iniziativa, li preoccupa il comportamento di alcuni compagni»

Caos in classe durante alcune lezioni. E così gli alunni di seconda e terza media “manifestano” con un «momento di silenzio» per chiedere maggiore tranquillità, in modo da poter proseguire gli studi con maggiore profitto.

Davvero curioso quanto accadrà questa mattina alla scuola media “Aldo Moro” di via Picchi, che fa parte dell’Istituto comprensivo di Breccia Prestino, soprattutto se si considera la giovanissima età degli studenti coinvolti.

Nella giornata di ieri, le famiglie dei ragazzi di tre classi (una seconda e due terze) hanno infatti ricevuto una comunicazione, in cui si spiegava che oggi sarà «mantenuto un “tempo di silenzio” per manifestare pacificamente il dissenso rispetto alla caoticità di alcune lezioni ormai resa intollerabile anche da alcuni compagni di classe il cui comportamento non è più ritenuto adeguato al contesto ed è manifestamente pregiudizievole per la preparazione scolastica in vista della conclusione dell’anno scolastico».

Non si conoscono nel dettaglio le dinamiche di quanto accaduto nelle tre classi, ma il problema si registra soprattutto durante le ore di lezione di due materie, tenute da un’insegnante che, probabilmente, fatica più di altri nel mantenere la concentrazione degli studenti. La maggior parte di loro, però, ci terrebbe a seguire al meglio le lezioni, e così si è arrivati all’iniziativa di “protesta” in programma oggi.

Giovani ma consapevoli

L’idea, riferisce la preside Simona Convenga, è partita proprio dai giovanissimi studenti, di cui lei ha apprezzato la maturità. «La comunicazione è stata mandata alle famiglie perché i ragazzi sono preoccupati e per questo hanno proposto un’iniziativa silenziosa - spiega la preside - C’è un problema, ma i ragazzi hanno assunto una particolare consapevolezza da adulti e non è certo una cosa scontata, anzi».

«Si tratta - prosegue - di ragazzini di 13 e 14 anni che hanno compreso come ci si comporta quando è vigente la Costituzione e quando le istituzioni si impegnano. La maggior parte di loro vuole proseguire con tranquillità il percorso didattico e avere interlocuzioni che facciano fiorire la coscienza. Sono ripetutamente venuti da me, anche oggi (ieri, ndr) ho ricevuto due studenti per classe che hanno dimostrato serietà ed efficacia del loro percorso conoscitivo e di consapevolezza».

Oltre la goliardia

E aggiunge: «Raramente ho visto ragazzi assumere un impegno per il loro presente, soprattutto così giovani. Fossero così consapevoli gli adulti, efficaci e misurati, ma spesso non accade. Portano un disagio con estrema consapevolezza e dignità. Il problema deriva da una stretta minoranza, che in classe va oltre la goliardia. Fino a un certo livello è tollerata e comprensibile, ma se si supera quel limite no. Più che una manifestazione, quello di oggi sarà un atteggiamento di questi ragazzi che hanno dimostrato grande maturità».

Da sempre in ogni classe c’è qualcuno che tende a essere più esuberante di altri, ma pare che in via Picchi si sia superato il livello di tollerabilità, tanto da far intervenire non docenti o preside, ma gli stessi studenti.

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