Ancora niente visite ai parenti in ospedale
La protesta: «Il green pass non basta?»

Le strutture comasche per ora non sono pronte anche se la Regione ha chiarito le regole sugli ingressi - I cittadini protestano: lettere e telefonate in redazione

I parenti dei pazienti, in possesso di Green pass, devono ancora attendere per poter entrare negli ospedali per far visita ai propri cari.

Il governo con il decreto legge prima, e la Regione con una circolare poi, hanno aperto le porte degli ospedali a chi è in possesso della certificazione verde. Le modalità organizzative per gestire gli accessi devono però essere stabilite dalle strutture stesse. E, sia al Sant’Anna che al Valduce, si sta completando la fase organizzativa. La priorità, hanno rimarcato dagli ospedali, era e resta la sicurezza dei pazienti e dei visitatori. Ma sono già numerose le segnalazioni e le lamentele dei lettori che, Green pass alla mano, nei giorni scorsi speravano di poter finalmente andare a trovare genitori e familiari. Come accade a Bergamo, dove sono già riprese le visite ai degenti.

«Abbiamo ricevuto la nota della Regione - ha confermato Mauro Turconi, direttore generale del Valduce - stiamo ragionando sulle misure organizzative. Si tratta di mettere in piedi dei percorsi sicuri per evitare rallentamenti negli accessi». Dalla teoria alla pratica sembra facile, in realtà ci sono diversi punti da organizzare senza sbavature. Come la questione dei controlli, il fatto che possa accedere una sola persona per paziente, i percorsi, gli orari. «Capiamo il desiderio di andare a trovare i propri parenti ricoverati - aggiunge Turconi - ma noi abbiamo una responsabilità nei confronti dei pazienti. Dobbiamo prima di tutto garantire la sicurezza». Anche il Sant’Anna l’Asst lariana sta lavorando sul fronte organizzativo. E, già oggi, si attendono ulteriori dettagli. Intanto, chi desidera andare a trovare un familiare in ospedale dovrà ancora pazientare.

Sugli ingressi negli ospedali, da parte dei «soggetti esterni», la Regione ha inviato una nota datata 3 agosto. Nel dettaglio, il documento precisa che l’ingresso negli ospedali «da parte di tutti i soggetti esterni deve essere regolamentata dalla Direzione sanitaria». Che dovrà anche definire «le fasce orarie per le visite, la durata e la frequenza degli accessi e il numero dei visitatori autorizzati contemporaneamente per ciascun paziente, di norma massimo uno». Regole che dovranno essere disegnate anche in base alle «caratteristiche strutturali e organizzative di ciascun reparto e alla complessità clinica e ai bisogni psicologici dei pazienti ricoverati, al fine di assicurare un’equa rotazione della presenza dei visitatori stessi, fatto salvo specifiche esigenze assistenziali».

La nota diffusa da Milano rimarca che deve essere inoltre essere garantito quanto già previsto dal governo: «È consentito agli accompagnatori dei pazienti non affetti da Covid 19, muniti delle certificazioni verdi, nonché agli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, di permanere nelle sale d’attesa dei dipartimenti d’emergenza e accettazione e dei reparti di pronto soccorso nonché dei reparti delle strutture ospedaliere». E, si precisa ancora, «agli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, è sempre consentito prestare assistenza, anche nel reparto di degenza, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura».

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