Anziani in attesa, ora monta la protesta
Siamo penultimi per dosi somministrate

La rabbia dei comaschi over 80: «L’appuntamento per il vaccino non arriva mai». Sul Lario è stato protetto il 16,5% di chi rientra in questa categoria, solo Monza fa peggio

Siamo una delle province lombarde che ha difeso meno anziani con il vaccino. La compagnia di Monza e Pavia non consola, perché territori come Bergamo, Brescia e Sondrio hanno già coperto un terzo dei grandi anziani, Cremona ancor più. Como è ferma al 16,5%.

Tolti gli ospiti nelle Rsa, ormai tutte raggiunte salvo qualche eccezione, la grande maggioranza degli over 80 comaschi aspetta ancora a casa il fatidico sms della Regione. E occorre far notare che la quasi totalità della settantina di decessi registrati nel comasco negli ultimi quindici giorni con la terza ondata è composta proprio da cittadini ultraottantenni che dunque dovevano essere protetti in questa prima fase della campagna. C’è un bacino di circa 40mila anziani comaschi che aspetta la propria dose e che nel frattempo rischia di contrarre l’infezione con tutte le possibili complicanze che abbiamo ormai imparato a conoscere.

Aspettano anche gli allettati

In attesa dell’appuntamento molti anziani temono di non aver spedito correttamente l’adesione, chiedono lumi a farmacie, medici e parenti. Ci sono anche 3.500 allettati che devono ancora ricevere il vaccino, i medici di famiglia con una sperimentazione avviata dall’Ats Insubria hanno raggiunto solo 200 persone. Ats ha spiegato che le vaccinazioni domiciliari sono complesse, ci sono tempi stretti da rispettare una volta preparate le dosi, serve supporto. Il tempo però passa.

Altre regioni stanno già facendo i primi passi per vaccinare le persone sopra ai 70 anni. In Lombardia si parla di una fase massiva da aprile, difficilmente prima. A breve si spera inizino come annunciato le vaccinazioni per gli estremamente fragili, una ristretta categoria di malati cronici con gravi difficoltà attraverso gli ospedali.

Le voci dei cittadini

«Aspetto pazientemente l’sms – racconta l’artista comasco Giuliano Collina, 82 anni – per ora mi è arrivato un messaggio di scuse per il ritardo. Ma sarei anche felice di essere vaccinato per ultimo se la campagna raggiungesse in fretta tutti i cittadini». «La mia Lombardia, si vede, ha qualche difficoltà – commenta il pensionato Francesco Cappelletti – certo è vero fino a questo momento sono mancate le dosi». «Aspettiamo, io ho 86 anni – dice Giorgio Di Pupo – ho mandato il primo giorno utile l’adesione dalla farmacia di Prestino. Dunque continuo a vivere prendendo grandi precauzioni, evito di scendere anche a prendere il pane. Stare soli è faticoso. Un po’ di paura serpeggia. I miei parenti coetanei in Piemonte e in centro Italia sono già stati vaccinati». Oltre alla paura serpeggia anche l’irritazione per le lunghe attese.

«Con noi non si sono scusati perché abbiamo indicati il numero fisso di casa – racconta Angelo Bartesaghi con la moglie Cesira, entrambi ultraottantenni – l’impressione è che la nostra provincia e in generale la nostra regione viva un momento infelice, con un sistema sanitario depotenziato tutto a favore dei privati. Infatti chi ha pagato è riuscito a fare l’antinfluenzale, speriamo non succeda lo stesso con l’anti Covid. Rimpiango la politica del secolo scorso».

«Aspettiamo un cenno da 24 giorni esatti – spiegano Anna Maria Marzorati, 81 anni e Candida Gugnero, 84 da Como Borghi – per ora non si è mossa una foglia». S. Bac.

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