Badanti da mettere in regola. Rilasciato un permesso su tre

La sanatoria Emessi dal 2020 solo 600 documenti su 2mila domande. Le Acli: «Molti respinti perché senza titolo. Per le famiglie è un problema»

Dopo tre anni rilasciato solo un permesso su tre per regolarizzare le badanti. Mancano nuovi flussi in entrata e per le famiglie trovare un aiuto per gestire a casa i propri anziani diventa sempre più difficile. Superata la pandemia da Como e provincia sono arrivate decine di segnalazioni sulla difficoltà delle famiglie nell’assumere badanti. Molte donne dell’est Europa si sono spostate verso occupazioni meno pesanti e meglio pagate. A tre anni dall’approvazione della legge per regolarizzare i lavoratori stranieri del settore domestico, una misura studiata durante l’emergenza Covid, siamo ancora lontani dall’apprezzare un risultato definitivo. Fino al 10 maggio a Como sono state accolte poco più del 33% delle domande sul totale di quelle presentate. Circa 600 permessi per poco meno di 2mila richieste complessive.

Non siamo un’eccezione, la media nazionale arriva al 31,5%. Secondo la campagna “Ero straniero” supportata dalla rete radicale i casi di Milano e Roma sono emblematici, siamo all’incirca alla metà del lavoro e gli uffici statali procedono a rilento, gli sportelli aprono solo pochi giorni per poche ore a settimana. Brescia è al 32%, meglio Bergamo al 62%, Varese al 59% e Lecco al 57%. Peraltro circa il 35% delle richieste sul territorio lombardo sono state rigettate.

«Quella misura era stata varata in un momento complicato - commenta Paola Monzani, responsabile per le Acli di Como dello sportello colf e badanti – in piena pandemia, alle porte dell’estate, con gli uffici pubblici in difficoltà che ancora oggi scontano carenze di personale. Era una sanatoria pensata per l’emersione dal nero. Ma le cose sono andate avanti lentamente. Molti sono stati respinti perché, è giusto dirlo, non ne avevano diritto. Hanno presentato domanda persone senza titolo, spesso alle prese con problemi di illegalità. Al contrario tante famiglie oneste hanno atteso e continuano ad attenere un’eternità». Ci sono casi di badanti che ormai hanno anche cambiato lavoro, i cui anziani da seguire sono perfino spirati. «Per il lavoro domestico oggi mancano flussi regolari – spiega Monzani – è così da anni. Le famiglie non possono assumere regolarmente personale proveniente dall’estero, a meno che il governo non pubblichi un contingente di lavoratrici da far entrare. Dunque le famiglie devono cercare delle colf già presenti sul nostro territorio. Di recente però le badanti scarseggiano».

Stipendio più alto

Da quest’anno su base nazionale è scattato un incremento dello stipendio delle badanti, a carico dei datori di lavoro, quindi le famiglie. L’aumento è pari al 9,2% in più rispetto all’anno scorso, ovvero 125 euro al mese. Che significa, all’anno, all’incirca 2mila euro.

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