Cronaca / Como città
Martedì 28 Ottobre 2025
Bande con i coltelli, allarme in città. Il questore: «Azioni imprevedibili»
Il giorno dopo Due violente rapine a poche ore l’una dall’altra in zone centrali del capoluogo - Marco Calì: «Azioni di violenza sproporzionata, ma non stiamo parlando di baby gang»
Due violente rapine a poche ore l’una dall’altra in punti centrali della città, tra piazza Volta e il parco di Villa Olmo. Due persone ferite, seppur per fortuna con prognosi di 10 giorni. Anche una rissa con coltelli ai Portici Plinio, con due bande contrapposte. Ed infine un furto sempre in centro, sempre con le armi a portata di mano. Il fine settimana è stato particolarmente agitato e tre ragazzi sono finiti in carcere, uno anche minorenne. Segno dunque che la risposta della polizia non è mancata nonostante azioni imprevedibili. «Il reato zero non esiste – commenta il questore Marco Calì, che ieri pomeriggio ha analizzato quanto accaduto – Quello che garantiamo è attenzione, determinazione, prevenzione, e del resto gli arresti lo dimostrano».
Quello che emerge, negli episodi violenti che hanno visto come protagonisti ragazzi giovanissimi e armati di coltello («un problema, quello delle lame, che purtroppo conosciamo») è soprattutto la scarsa caratura criminale dei protagonisti («Nessuno sarebbe andato a fare una rapina a Villa Olmo in pieno giorno, con nessuna possibilità di non essere preso») ma anche, proprio per questo, «l’estrema imprevedibilità di azioni che si caratterizzano per una violenza sproporzionata». «Non stiamo parlando di baby gang – prosegue il Questore – ma di gruppi fluidi, di ragazzi che si relazionano tra loro, che nel giro di poche ore si aggregano e di disgregano. Molti di loro li conosciamo. Noi ci siamo, l’attenzione è alta, Como è la terza città in Italia dopo Roma e Milano per numero di accompagnamenti alla frontiera. Ma quello della criminalità giovanile non può essere solo un problema di polizia, ma anche sociale, della politica e delle famiglie». Il questore rassicura i cittadini: «Quanto accaduto testimonia l’importanza di chiamare subito la polizia che è presente. La città è ipercontrollata. Questi ragazzi si muovono in gruppo perché è il loro modo di affermarsi, di reagire all’emarginazione con la violenza e anche i coltelli sono un segno di affermazione, di rispettabilità. Perché spesso collanine d’oro? Perché sono facili da prendere, la vittima non deve essere studiata, e poi sono anche più veloci da piazzare».
Di certo la scena vissuta domenica alle 13 a Villa Olmo ha destato impressione in quanto cruda e spietata. L’aggressione è avvenuta in mezzo al parco fronte lago. Da una parte turisti indiani, tra cui un padre e un figlio che poi rimarranno feriti da coltellate. Dall’altra un gruppetto di giovani nordafricani, egiziani e probabilmente anche marocchini. Davanti a gente che passeggia e a biciclette che percorrono il vialetto, in pieno giorno, il gruppetto si lancia addosso alle prede, scaglia fendenti, ruzzola nella polvere. I colpi sono violenti, ripresi a distanza da un cittadino che poi consegna tutto nelle mani della polizia. La banda poi cerca di dileguarsi, di scappare, ma almeno due degli aggressori verranno poi individuati e arrestati. Il primo, 16 anni appena, finisce al Beccaria di Milano. Il secondo, 19 anni, Ahmed Rabee Ahmed Mohamed Khalil, viene portato al Bassone, in attesa dell’interrogatorio di fronte al gip. Gli altri due sono invece ricercati. Ma non è stato solo questo l’episodio forte del fine settimana. Il sospetto è infatti che la stessa banda di ragazzini nordafricani possa aver compiuto altri atti in serie. Un gruppo che potrebbe aver partecipato alla violenta rapina di piazza Volta di cui diamo conto accanto, nella notte tra sabato e domenica, e pure alla rissa dei portici Plinio contro un altro gruppo in questo caso di tunisini, con cui sarebbe partita una sorta di “braccio di ferro” – sempre per affermarsi sul territorio – concluso anche in questo caso con un ragazzo di 22 anni (tunisino) accoltellato.
Tornando all’aggressione di Villa Olmo, alle 13 di domenica, in pieno giorno e in mezzo a centinaia di turisti e cittadini, le vittime sono state padre e figlio di nazionalità indiana colpiti da coltellate ed un braccio e alla schiena solo per portare via la collana d’oro che il genitore aveva al collo. I testimoni hanno raccontato poi della fuga verso il centro città, lungo la passeggiata che porta allo stadio. I due feriti non sono stati giudicati per fortuna in gravi condizioni, con tagli guaribili in dieci giorni. Le ricerche dei due fuggitivi, i quali avevano anche perso un telefono cellulare, una maglietta e una scarpa, hanno poi permesso alle volanti di trovare il primo in via Milano a bordo di un monopattino, che viaggiava senza una scarpa, mentre il secondo era in via Cadorna con macchie di sangue sulla maglietta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA