Barche ovunque: «Lago maltrattato e tanti pericoli»

L’allarme Rischi per canoe, vele e per l’ambiente. Troppi improvvisati. E il moto ondoso erode le sponde. Le testimonianze: «Turismo ok, ma con delle regole»

Como

Troppe barche, spesso troppo veloci e nelle mani di chi non ne aveva mai condotta una prima, con l’aggiunta di uno scarso rispetto delle regole. Risultato: rischi per bagnanti, canoe, vele e kayak, elevato moto ondoso che corrode le sponde, e anche inquinamento, con chiazze di olio e benzina.

Sono queste alcune delle conseguenze del boom di imbarcazioni nel primo bacino. Barche a noleggio, ma non solo. E così un grido d’allarme si leva da più parti, soprattutto da chi il lago lo vive ogni giorno. Nessuno si dice contrario al turismo, ma il contesto va tutelato maggiormente.

Scarso rispetto

«Mi sono ritrovato una barca a cinque metri, mi stavo per buttare in acqua, me la sono vista davvero brutta - racconta Michele Napione, dell’associazione Kayak Como – Non mi hanno visto perché si stavano facendo un selfie e non guardavano dove andavano. È assurdo che si possano noleggiare barche da 40 cavalli senza patente. Il problema poi è che non hanno nessun tipo di direttiva: navigano sotto costa dove ci sono i bagnanti, creano onde e non danno la precedenza, è diventato un circo selvaggio. Di questo lago bisogna godersi la bellezza e la meraviglia, se la vivi così cosa rimane? È davvero questo quello che vogliamo? Manca il senso del rispetto. Noi come associazione abbiamo difficoltà quotidiane, anche per il traffico prodotto dai taxi boat. Non c’è rispetto né per l’ambiente, né per le persone».

«Questa situazione - prosegue - si è trasformata in pochissimo tempo, siamo al punto di non ritorno. È quotidiana: le barche passano vicino anche se sanno che ci sei, ma si girano dall’altra parte, questo perché non c’è controllo. Noi come kayak avremmo la precedenza su tutti tranne che sui mezzi pubblici, barche a vela quando vanno a vela e pescatori, di fatto però non l’abbiamo da nessuno. Sempre più persone escono la sera tardi per evitare queste problematiche. Venerdì sera è passata una barca a grande velocità senza luci. Ormai non esco più qui il sabato e la domenica, non ti diverti più e respiri gas di scarico. Preferisco l’inverno, non ci sono barche». Napione aveva anche lanciato una petizione su Change.org per imporre la patente nautica per barche a motore sotto i 40 cv, raccogliendo oltre 200 firme.

Persone impreparate

«Il turismo è una risorsa indispensabile e quindi non ho un atteggiamento ostile a prescindere, ma va riorganizzato perché così è allo sbando – è il parere di Giorgio Tognocchi, della scuola di vela Annje Bonnje -. Sto uscendo con i bambini della scuola media di Rebbio, è un viavai continuo e tanti non sono preparati al rispetto delle regole. Vengono molto vicini con la barca, fanno onda mettendo tutto a rischio. Le barche ti sfiorano, non sanno che se stiamo andando a vela devono passare dietro. Questo perché sono persone non preparate. Sono incontrollabili quelli a noleggio. Già l’anno scorso il numero di barche si era incrementato, quest’anno la situazione è peggiorata. C’è spazio per tutti, ma non può essere lasciato al caso, deve essere riorganizzato».

«Anche noi vediamo molto traffico – aggiunge Giovanni Locatelli, della Scuola Subacquea di Como – danno a noleggio barche a persone che non sono in grado di condurle. A noi non influisce più di tanto vista la zona dove ci immergiamo, i natanti vedono la boa e non si avvicinano, ma abbiamo notato che buttano cartacce e plastica, è ignoranza di chi è sulla barca e di chi viene a fare il bagno. Troviamo anche bottiglie di birra. E poi i camper che vengono in viale Geno e scaricano le acque scure nel lago».

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