Bassone: «In tre in una cella di 9 metri quadrati»

L’emergenza Delegazione di avvocati e volontari in visita al carcere: 428 presenti per 226 posti. Il dossier: «Uno su due soffre di disagio psichico»

Como

Nella cella 116, nella quinta sezione del carcere del Bassone, quasi non c’è un centimetro libero a terra. Il caldo è insopportabile e dietro le sbarre ci sono tre detenuti. Due dormono in un letto a castello. Il terzo in un letto singolo, a terra. Ci sono tre armadi, tutti senza ripiani. E il bagno con doccia, water e lavandino, è occupato anche da 2 armadietti che servono come piano cottura. Sulla parete si apre una finestra quadrata poco più grande di un metro per lato. E la luce filtra non solo dalle sbarre, ma anche da una spessa grata.

Se esiste un inferno sulla terra, benvenuti al Bassone.

Sovraffollamento

Le associazioni Nessuno tocchi Caino e Spes contro spem, nelle scorse settimane hanno effettuato una visita nel carcere comasco. Con loro una delegazione dell’Ordine degli avvocati di Como e delle Camere Penali di Como e Lecco. Il dossier che dà conto della visita, pur nella sua freddezza, sembra una pagina uscita dalla penna di Charles Dickens.

Caldo torrido, sovraffollamento, detenuti malati in attesa da mesi di un intervento chirurgico, pochi agenti di Polizia penitenziaria, pochissimi educatori, atti di autolesionismo in allarmante aumento e almeno la metà dei presenti che soffre di problemi psichici. Il giorno della visita all’interno del Bassone erano presenti 428 detenuti, di cui 49 donne, a fronte di una capienza di 226 posti. Molti i giovanissimi, appena maggiorenni: 51 maschi e 2 femmine: «Si tratta di ragazzini che non hanno ancora una personalità ben definita - ha spiegato alla delegazione Antonina D’Onofrio, direttore in missione dalla Casa circondariale di Bergamo - e molti neanche capiscono perché si trovano in carcere».

Disagio psichico

E se la giovanissima età di molti detenuti preoccupa, lo stesso fanno le condizioni fisiche e soprattutto psichiche di oltre la metà dei presenti. Il dirigente sanitario ha spiegato che gli psichiatrici «stanno aumentando in maniera importante». E ancor più la fascia di disagio mentale che non è trattato dallo psichiatra e che secondo il dirigente sanitario va ben oltre il 50%.

Inoltre il servizio dipendenze ha in media in carico 267 detenuti per problemi di droga, alcool e gioco. Poi ci sono quelli con problemi fisici, come un ventenne con il volto ustionato a causa dell’incendio appiccato dal suo compagno di cella, o un detenuto la cui rotula esce visibilmente dal ginocchio e attende da oltre un anno un’operazione.

Le celle ospitano mediamente due detenuti, ma in molte ve ne sono tre in appena 9 metri quadrati. «Fa molto caldo» sottolinea il dossier, ma gli unici ventilatori in uso sono quelli a pile che però hanno una durata limitata. E servono a poco.

Infine il personale: La polizia penitenziaria ha 182 agenti, ne mancano almeno 40. Gli educatori sono tre, tutti di recente immissione, ne servirebbero almeno 6. Ci sono solo 2 mediatori e altrettanti psicologi del servizio sanitario .

Una situazione potenzialmente esplosiva, dove i casi di autolesionismo e i tentativi di suicidi aumentano drammaticamente, come d’altronde nel resto del Paese.

Per protestare contro questa situazione, gli avvocati delle Camere Penali di Como e Lecco domani alle 10 saranno in piazza a Monza con i colleghi del resto della Lombardia, in un presidio dibattito dal titolo “R-Estate in cella, il tema del caldo del carcere”. Simile a quello dell’inferno.

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