Benzina meno cara
Ma per i distributori
affari giù del 90%

Como, il lockdown ha fatto crollare gli incassi «Speriamo nel 4 maggio con la ripresa del lavoro» In due mesi il prezzo è sceso di circa 12 centesimi

Como

Dal suo osservatorio del distributore Esso di via Canturina Enzo Lamperti conferma: la discesa del prezzo del greggio, legata al crollo della domanda seguito al lockdown quasi planetario, si sta facendo sentire anche ai distributori di casa nostra.

Anche se la pressione fiscale tutta italiana è particolarmente pesante sui prodotti petroliferi e incide per il 67-70% sul prezzo alla pompa, rendendo molto meno percepibili che altrove le fluttuazioni del mercato dell’oro nero.

Le giacenze

«Dati precisi non ne abbiamo - spiega Daniela Maroni, presidente dei benzinai aderenti a Confcommercio Como - anche perchè il prezzo è soggetto a oscillazioni e varia in base alle compagnie, ma certamente oggi la benzina costa meno. Però magari il consumatore non se ne accorge subito perché con il crollo dei consumi i gestori hanno ancora molto carburante acquistato ai prezzi vecchi e che certo non possono vendere sottocosto. Fra l’altro siamo di fronte a un fenomeno senza precedenti, perché in genere le crisi fanno lievitare il prezzo della benzina, questa volta con le giacenze inutilizzate si sta verificando un abbassamento».

Il risparmio quindi sarà più visibile nei prossimi giorni: «E aumenterà di almeno altri 3 centesimi la prossima settimana», aggiunge Lamperti.

Oggi a Como il prezzo medio è di circa 1,33 euro al litro per il gasolio e 1,42 per la benzina, come conferma anche l’Osservatorio dei prezzi del carburante del ministero dello Sviluppo economico. Come sempre i comaschi su quel prezzo potranno far valere anche lo sconto della carta benzina, agevolazione invece sospesa, proprio per l’abbassamento del prezzo, per quanto riguarda il gasolio.

Verso la “fase due”

Anche i benzinai comaschi ora guardano con speranza al 4 maggio, data dell’inizio della “fase 2”, e non perché i distributori possano riaprire (il carburante è considerano bene primario e la vendita non è mai stata contingentata) ma perché con la ripresa di parte dell’economia dovrebbero rimettersi in moto anche i veicoli.

«Speriamo - dice Enzo Lamperti - Le vendite sono crollate del 90%. A Como hanno chiuso tutti, self a parte, io tengo aperto al mattino perché ho il contratto di fornitura con una serie di aziende, compresa A2A, che si occupa di nettezza urbana e ha mezzi che vanno solo a metano. Ma l’altro mio impianto, quello di viale Roosevelt, è chiuso, e tre dei miei quattro dipendenti sono a casa, sperando che arrivi la cassa integrazione».

«La situazione è drammatica - conferma Daniela Maroni - c’è chi lavora un po’ di più e chi si è visto azzerare gli incassi, dipende da dove si trova il distributore, ma la perdita nelle zone residenziali, con i cittadini che non si possono muovere, è del 90%, anche perchè con il blocco della circolazione si perde anche l’indotto, l’autolavaggio, il cambio gomme o la riparazione in officina. Tanti hanno deciso di operare in self service per tutelare il personale e i clienti, ma anche per contenere il costo del personale a fronte del crollo degli incassi. Per fortuna sono state ammesse alla cassa integrazione anche le aziende che hanno un solo dipendente».

Nelle stesse condizioni ci sono circa 150 gestori della provincia, ciascuno dei quali ha tre o quattro dipendenti. «Guardiamo tutti con ansia al 4 maggio - continua Daniela Maroni - per capire come muoverci nelle prossime settimane. Dovremo decidere se riaprire almeno al mattino e far rientrare parte del personale, magari part-time».

È quello che si augura anche Lamperti: «La nostra speranza è che ripartendo il lavoro ricominci anche la circolazione e si possa riprendere a lavorare, almeno in parte. Nell’interesse nostro e dei nostri dipendenti» (Barbara Faverio)

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