Cambia il microclima del lago. E gli agoni si avvicinano alle rive

Missoltini Comportamento anomalo per questa specie che, di norma, raggiunge le sponde solo nel mese di giugno

La sofferenza ancora significativa dei lavarelli e, secondo le ipotesi, anche i cambiamenti climatici, hanno portato a una curiosa anomalia nella vita del lago. I primi ad accorgersene sono stati i pescatori, sentinelle di quasi tutto quello che accade in acqua, mentre gli esperti sono già informati sul fenomeno. Niente di impressionante, ma di certo utile a capire l’adattamento del lago alle diverse condizioni esterne.

Cercano cibo

Da metà ottobre gli agoni si trovano in banchi vicino alla riva, ed è un comportamento anomalo per questa specie che, di norma, raggiunge le sponde solo nel mese di giugno per la riproduzione. Nei mesi invernali resta volentieri vicino alla superficie per trovare il suo foraggio principale, lo zooplancton, ma in mezzo al lago. «Ci sono state segnalate catture significative da pescatori dilettanti di agoni da riva ed è un fatto anomalo nella stagione autunnale - spiega Luca Arcobello, presidente dell’associazione Pescatori Alpha - Si tratta di un cambiamento importante nel comportamento di uno dei pesci storici del lago, ma non so indicare la causa con sicurezza». L’ipotesi prevalente è che si siano portati a riva per attingere alla loro seconda scelta alimentare: i pesci più piccoli, che in questo momento abbondano vicino alle sponde. L’agone non è un pesce autoctono a pieno titolo, in quanto proviene da migrazioni avvenute millenni fa dai mari ai fiumi e poi ai grandi laghi del Nord. A dicembre 2021 il fenomeno era stato segnalato una prima volta ma non si era ripetuto. «In questo momento non stiamo più parlando di un evento sporadico. Gli avvistamenti e le catture sono molteplici, è un fenomeno consistente che probabilmente proseguirà», continua il pescatore.

Non suona nuovo ad Alberto Negri, ittiologo responsabile dell’incubatoio di Fiumelatte che lavora per tuelare l’equilibrio ittico del lago dagli effetti di attacchi esterni. «La causa più probabile - spiega l’esperto - è l’aumento consistente delle alborelle a riva. Sono nate quest’anno e adesso sono lunghe 5-6 cm. L’agone non mangia solo zooplancton e probabilmente sono a riva per cibarsi». Negli anni precedenti non c’erano alborelle, mentre adesso stanno aumentando rapidamente. «Quest’anno ce ne sono parecchie di più dell’anno scorso e diventa una risorsa alimentare di riserva. Vale sempre la regola della massima resa con il minimo sforzo. Se stanno ricercando pesci di piccola taglia, probabilmente c’è carenza di zooplancton».

I nutrienti, fosforo e azoto, si depositano in profondità nel periodo estivo. Per tornare verso la superficie e portare cibo ai pesci l’acqua alle diverse profondità deve rimescolarsi e per farlo è necessaria l’isotermia nella colonna d’acqua. Solo nei mesi invernali l’acqua del lago a diverse profondità raggiunge la stessa temperatura (6-7 gradi) e di conseguenza la stessa densità.

La situazione

Nelle giornate di vento e con l’acqua alla stessa densità può avvenire il rimescolamento. L’aumento delle temperature invernali e l’accorciamento del periodo freddo porta meno spesso l’acqua in isotermia. «L’alborella è in aumento e l’agone non segnala crisi, mentre il lavarello è ancora in sofferenza. Sono andamenti complessivamente positivi, ma è chiaro che queste specie non possono aumentare tutte e tre insieme essendo in competizione per lo zooplancton che scarseggia». Intanto è stata accolta una richiesta di deroga alla legge che permetterà di immettere giovani lavarelli tra aprile e maggio. «Saranno lunghi 4-5 centimetri e cercheremo di riequilibrare la situazione».

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