Cambiare scuola? Impossibile. Per i bocciati la porta è chiusa

Il caso Uno studente di liceo classico al Fermi avrebbe voluto cambiare. Ma i licei non aiutano i ripetenti. E lui è finito a studiare chimica al Setificio

A inizio anno uno studente delle superiori ha capito di avere sbagliato scuola ed ha cercato in prima di cambiare strada in corsa. Frequentava il liceo classico al Fermi a Cantù. Ma trovare un banco ad anno scolastico già iniziato in un istituto più consono alle proprie attitudini è diventato complicatissimo. Nessun posto né all’artistico, al Melotti, né a Como al liceo delle scienze umane Teresa Ciceri. Anche scuole tecniche come il Caio Plinio e il Pessina per ragioni di capienza e per le maglie molto strette nei passaggi da altre scuole faticano ad accogliere tutte le richieste. Com’è finita quindi la storia del giovane alunno in difficoltà?

Un ripiego

È rimasto contro la sua volontà nella stessa scuola e ha perso l’anno. È stato bocciato, come già del resto temeva. Entro settembre la sua famiglia non è riuscita ad iscriverlo in un percorso di studi appropriato. La priorità è data a chi arriva dalla terza media, non a chi ha bisogno di essere riorientato o a chi è stato bocciato. E così questo studente sta frequentando chimica al Setificio. Una scuola che la famiglia giudica positivamente, dove il ragazzo si trova bene con i compagni e gli insegnanti. Ma tra l’arte e la chimica è davvero difficile immaginare una corrispondenza. Nell’ansia di riuscire a trovare una classe al figlio la famiglia con il Setificio aveva in un primo tempo concordato un passaggio nel corso di moda, che vagamente poteva somigliare al liceo artistico. Però non c’è stato modo di inserire questo alunno e dunque ecco l’inizio dell’anno scolastico nel corso di chimica, materiali e biotecnologie.

«Al Setificio sono stati gentili, ben organizzati, disponibili – racconta la mamma, Cristiana Mazzoletti – ma nel nostro sistema scolastico c’è qualcosa che non funziona. Fatto un primo errore la scelta alle superiori diventa impossibile ed è quindi lasciata al caso. La speranza di spostare su un altro percorso più passa il tempo più si affievolisce. Gli studenti che più fanno fatica e che già sono ripetenti finiscono ancora più ai margini».

Impresa impossibile

Sono diverse le testimonianze di famiglie comasche che hanno avuto simili problemi. Il passaggio da una scuola all’altra è diventato complicato negli ultimi anni, lo riferiscono anche i presidi e gli insegnanti che si occupano di orientamento.

«Dovesse liberarsi un posto nel corso di moda volentieri – spiega Roberto Peverelli, il dirigente scolastico del Setificio – molti insegnamenti tecnici sono comuni. Però in generale è chiaro che il problema esiste. Noi come scuola possiamo aiutare le famiglie in due modi. Accogliendo subito i ragazzi e cercando per loro in maniera attiva migliori sistemazioni altrove. Questo però è un palliativo. Le risposte dovrebbero essere altre. Il nodo dipende dalle norme sulla composizione delle classi, molto stringente e dall’edilizia scolastica incapace di offrire le giuste capienze. Così cresce la paura di sbagliare strada. La scuola diventa meno inclusiva. È in questa fase che si genera, almeno in parte, la dispersione scolastica».

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