Capodanno in città, pieno di turisti: «Strutture occupate fino al 95%»

Festività Alberghi e case vacanza sono quasi al completo, bassa disponibilità sulle piattaforme. Leoni (Federalberghi): «Tanti tramite agenzie». Maviglia (MyHomeinComo): «Dati sorprendenti»

Mentre il dibattito sulla regolamentazione delle case vacanza continua, in città albergatori e proprietari di case utilizzate per l’affitto breve festeggiano i numeri di presenze per Capodanno senza distinzioni. La percentuale di occupazione delle strutture alberghiere ed extra alberghiere in città è cresciuta rispetto all’anno scorso.

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Numeri e osservazioni

«Già nel 2024 i dati erano positivi, ma quest’anno sono sorprendenti: arriviamo al 95% di occupazione» racconta la property manager Daniela Maviglia, che con la sua azienda MyHomeInComo gestisce decine di proprietà tra la città e i paesi del lago. «Le ville sul lago sono state molto richieste da famiglie e gruppi di amici per festeggiare insieme il Natale e questa alta richiesta ci ha stupiti molto. Vale anche per la città, dove molti passeranno Capodanno e tra questi vediamo rispuntare tanti turisti italiani che invece negli altri periodi dell’anno sono molti meno».

Quello di Maviglia è un bilancio che va di pari passo con i riscontri che arrivano dagli albergatori. Luca Leoni, presidente di Federalberghi Como, racconta che i numeri registrati sul lago tra novembre e dicembre fanno ben sperare per una progressiva destagionalizzazione del turismo, ovvero una maggiore distribuzione dei visitatori anche al di fuori dei mesi estivi. «E anche in città per Capodanno le stanze sono perlopiù piene - spiega - Molti hanno prenotato tramite agenzie, quindi non per via diretta, il che è un peccato ma sono numeri più alti che in passato e su cui si potrà lavorare nei prossimi due o tre anni per promuovere ancora di più il turismo invernale».

Sulle principali piattaforme di prenotazione la maggior parte delle strutture in città risulta già prenotata nei giorni prima e dopo Capodanno: il 91% è pieno secondo i risultati offerti da Booking per il centro città e su Airbnb sono disponibili un centinaio di soluzioni a fronte delle mille che si trovano in periodi più tranquilli dell’anno. Su Holidu, invece, gli alloggi disponibili nel periodo di Capodanno in città sono appena una trentina, un decimo rispetto ai trecento che normalmente si trovano in mesi meno popolari tra i visitatori (tra fine gennaio e inizio febbraio ce ne sono 297). Holidu stessa quest’anno ha pubblicato un elenco delle 30 mete più ricercate dagli italiani per il Capodanno 2026: tra queste però Como non figura. La prima in classifica è Livigno, seguita da Madonna di Campiglio e Roccaraso, località abruzzese finita al centro delle cronache nazionali per il gran flusso di turisti arrivati nel posto dopo alcuni contenuti social realizzati da un’influencer, Rita De Crescenzo.

I trend

L’effetto social per il Capodanno a Como ora come ora non si registra, anche se su TikTok e Instagram sono tantissimi e molti con migliaia di visualizzazioni i video dei fuochi d’artificio, registrati da piazza Cavour, in centro città, o da altri punti del lago.

E i fuochi riflessi sulle acque del Lario in effetti sono una delle principali attrazioni citate dai turisti, italiani e stranieri, che scelgono Como per festeggiare la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo.

Nuove regole?

La decisione della Corte Costituzionale di respingere le questioni di legittimità sollevate dal governo nei confronti di una legge della Regione Toscana che assegna alla Regione stessa e ai Comuni il potere per imporre regole sugli affitti brevi ha creato dibattito nel settore. Per Daniela Maviglia che rappresenta chi ha fatto delle case vacanza molto più che un’entrata secondaria del proprio reddito, ma anzi il lavoro principale, come property manager di una delle più grandi aziende lariane del settore le regole servono nella misura in cui sono su scala nazionale. «Ci aspettavamo che ci si muovesse in questa direzione - spiega infatti - Oggi però gli enti locali conoscono molto meglio le case vacanza rispetto a qualche anno fa e questo è un bene, anche se noi come categoria auspichiamo sempre che ci siano delle direttive nazionali al pari di quelle che si vedono in altri Paesi europei».

Regole uguali per tutti è il monito anche degli albergatori, il cui punto di vista è espresso dal presidente di Federalberghi Como, Luca Leoni che giudica la posizione della Consulta come positiva. «Non è bene demonizzare le case vacanza però - si raccomanda - In alcune zone del lago, quando gli alberghi sono chiusi, contribuiscono a mantenere vivo il turismo». Diverso invece l’impatto della presenza di case vacanza (nel periodo di dicembre dell’anno scorso erano 1961 quelle disponibili, 722 in più rispetto allo stesso periodo ma nel 2023, e un numero di gran lunga superiore a quello delle strutture alberghiere, che nel 2023 erano 37 e nel 2024 40 disponibili a dicembre): «Noi auspichiamo regole uguali per tutti, soprattutto quando si tratta non di singole famiglie che affittano appartamenti, ma di aziende vere e proprie che gestiscono molte case».

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