C’è un Patria da salvare (di nuovo)

La storia infinita Il piroscafo è stato “impacchettato”, ma «il recupero rimane una priorità». Bordoli (Famiglia Comasca): «Aspettiamo di conoscere le tempistiche e collaboriamo ancora»

Como

Nessuno, al momento, è in grado di indicare un percorso temporale di recupero del piroscafo Patria, attraccato davanti al cantiere di Tavernola e, nei giorni scorsi, coperto con un telone di protezione. Segnale, questo, che ha allarmato i tanti che, da anni, seguono le vicende del piroscafo storico e auspicano un suo ritorno definitivo nella flotta, poiché indica che i lavori non saranno imminenti.

La nota

Ieri dalla Gestione Governativa laghi, guidata da Pietro Marrapodi, sono intervenuti per ribadire che «il progetto di recupero funzionale e rimessa in esercizio del piroscafo ed il suo futuro utilizzo sia per servizi di linea che per servizi privati è e rimane una priorità del nostro Ente. I fondi già stanziati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che fornisce un prezioso e continuo supporto, sono impegnati espressamente a questo progetto e verranno inderogabilmente investiti in tal senso non appena tutte le autorizzazioni e le procedure di legge saranno espletate. Si confermano così gli obiettivi prefissati di riportare lo storico piroscafo alla sua rinascita e restituirlo al territorio lariano». Si tratta di 4,5 milioni che serviranno per il restauro completo, comprensivo degli arredi interni. Se i soldi non sono un problema, il punto di domanda rimane sui tempi. Il 2026, anno in cui il piroscafo compirà cento anni, si fa sempre più lontano. Tanti gli adempimenti burocratici ancora da completare tra autorizzazioni, progettazioni avanzate e gara.

Da Milano chiariscono ulteriormente il motivo del nuovo passaggio in Soprintendenza: «Occorre sottolineare come i suggerimenti e le proposte di modifica alla bozza di progetto preliminare pervenute da parte dei rappresentanti delle associazioni e di cittadini a seguito dell’incontro dello scorso novembre, accolti con il più ampio spirito di condivisione, abbiano nei fatti comportato uno slittamento delle tempistiche, essendo necessari ulteriori approfondimenti tecnici finalizzati a verificarne la fattibilità e a favorire l’avvio delle successive indispensabili interlocuzioni con la Soprintendenza». E concludono: «Siamo al lavoro con il massimo impegno per poter giungere quanto prima ad una autorizzazione formale a procedere, propedeutica alla predisposizione del progetto esecutivo e all’avvio della gara pubblica che consenta di iniziare le varie lavorazioni di ammodernamento e recupero del piroscafo».

L’associazione

Ieri è intervenuta anche la Famiglia Comasca, associazione che da decenni si batte per il Patria. «A novembre è stato presentato il progetto – spiega la presidente Laura Bordoli – e noi, a dicembre, abbiamo inviato alcune proposte migliorative, pur apprezzando il piano. Alla fine di febbraio avevamo chiesto un incontro per confrontarci sulle modifiche ed era stato fissato all’inizio di aprile, poi spostato a maggio, in quanto Navigazione ci ha chiesto più tempo per il cronoprogramma». Aggiunge che le migliorie riguardano una copertura con vetrate trasparenti per non impattare sulla linea del piroscafo, lo spostamento del bar «poiché è previsto in una zona stretta» e delle cucine nel salone di prua. Bordoli prosegue: «Aspettiamo di conoscere le tempistiche effettive continuando ad essere presenti, a monitorare e collaborare come abbiamo sempre fatto. Ringrazio il giornale per l’attenzione che riserva a un tema molto caro a noi e a tutti i comaschi».

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