
Cronaca / Como città
Venerdì 30 Maggio 2025
Centinaia di fedeli alla veglia per Gaza a Como. Il vescovo: «Non è lecito tacere o voltarci»
Sant’Abbondio Basilica gremita e persone in piedi anche sul sagrato. Riflessioni e preghiera. Il racconto di un volontario comasco da Gaza City: «Qui non c’è più cibo da dieci settimane»
Como
In piedi fin sul sagrato e assiepate nelle navate della basilica di Sant’Abbondio, sono state tantissime le persone che giovedì sera hanno preso parte alla veglia di preghiera, organizzata dalla Diocesi, per la strage in corso nella striscia di Gaza.
«Loro sono i nostri fratelli e le nostre sorelle nel dolore», ha detto il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni alla folla di fedeli immersa nell’intensità del momento e nel silenzio che ha avvolto per quasi due ore l’intera basilica, interrotto solo dal canto partecipato e dalle accorate richieste di pace. «Ma non ci è lecito tacere, né voltarci dall’altra parte» ha denunciato con forza il vescovo di Como. E infatti giovedì sera Como non si è voltata: con i volti commossi e, in molti casi, con la testa china, i comaschi hanno accolto l’invito del cardinale e si sono messi in ascolto delle testimonianze fornite da chi si trova sul campo.
Le testimonianze dal campo
La prima è stata quella di Angelo Rusconi, operatore comasco di Medici Senza Frontiere che negli ultimi anni è stato testimone dei principali teatri di guerra nel mondo, e che in questi giorni si trova a Gaza City. La situazione riportata da Rusconi è di profonda sofferenza: «Siamo allo stremo: non c’è cibo da dieci settimane e il poco che sta arrivando non è ancora arrivato qua. Le bombe continuano a cadere e stanno tirando giù casa per casa. Chiediamo di fare pressione sul governo israeliano per fermare tutto questo: deve fermarsi la fame come arma di guerra e di distruzione di massa, nel più breve tempo possibile».
Nella Striscia, i morti risultano essere 50mila e i feriti 100mila secondo il ministero della salute di Hamas, unica fonte consultabile seppure non indipendente, dal momento che ai giornalisti è negato l’accesso alla Striscia, come ha spiegato il giornalista del Settimanale della Diocesi Michele Luppi durante la serata. Alla loro voci si è unita quella del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. «Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili della nostra storia più recente - ha detto in un video messaggio - La quasi totalità della popolazione di Gaza, poco più di due milioni di persone, è sfollata e, lo devo dire con vergogna, è anche affamata». È stato letto poi il saluto di Anton Asfar, segretario generale di Caritas Jerusalem, che ha espresso il suo ringraziamento per una «preghiera di cui si sente il sostegno». Un sostegno percepito anche da un altro comasco sul campo, Nello Scavo, inviato speciale di Avvenire, in questi giorni in Terra Santa: «La parola più usata dagli autisti che sono riusciti a uscire dalla Striscia di Gaza è “fame” - ha detto in video -Non solo di cibo, ma anche di giustizia e di verità».
Veglia per Gaza: le parole del cardinale Pizzaballa. Video di Toppi Martina
«Preghiamo senza paura»
Don Michele Pitino, rettore della Basilica, ha proposto ai presenti una riflessione puntuale e coraggiosa: «Sempre abbiamo pregato per i popoli schiacciati dalla violenza, ora preghiamo e solidarizziamo con il massacrato popolo di Gaza, senza paura perché nessuno è figlio di un Dio minore».
La serata si è conclusa con la preghiera di Cantoni, affiancato dalla pastora riformata Anne Zell e dal referente della Chiesa ortodossa romena, padre Christian Prilipceanu, con l’obiettivo dichiarato e raggiunto di vivere un momento ecumenico di appello a Dio, in cerca di aiuto.
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