Ciliegi da abbattere, ma «il taglio del Comune non era autorizzato»

Consiglio Bocciata la mozione della minoranza. Ma scoppia un nuovo caso: richiesta alla Soprintendenza presentata solo dopo la prima data fissata per l’intervento

Como

Nella serata in cui in consiglio comunale è stata bocciata (17 contrari, 12 favorevoli) dalla maggioranza la mozione per chiedere lo stop al taglio dei ciliegi (decretato per ora dal Tar che ha accolto sabato l’istanza cautelare “ante causam”) e una valutazione ulteriore all’agronomo incaricato dal Comune sulla possibilità di conservarli in via XX Settembre, è scoppiato il caso dell’autorizzazione della Soprintendenza.

Le date

I consiglieri di opposizione Alessandro Falanga (Forza Italia) e Stefano Legnani (Pd), primo firmatario della mozione, hanno evidenziato come la richiesta alla Soprintendenza, che ha poi dato il suo ok al piano di intervento, sia stata fatta dal Comune solo dopo le iniziali proteste e quando erano già in vigore i divieti di sosta per il taglio degli alberi, previsto per lunedì 17 novembre. Legnani a riguardo ha parlato di «fatto grave» e ieri ha chiarito che «a prescindere da tutto quello che è successo, volevano far tagliare gli alberi senza aver interpellato la Soprintendenza. L’autorizzazione, il 17 novembre, non solo non c’era, ma non era stata nemmeno richiesta e questo significa che, in quel momento, il taglio era illegittimo e se fosse proseguito come da programma in assenza di proteste, sarebbe stato irregolare».

Andando con ordine, la giunta ha approvato il 17 settembre il progetto “Piantumazioni di via XX Settembre, via Aldo Moro, via Magni, piazza Matteotti e di un’aiuola in via Acquanera” e il 30 settembre il dirigente Luca Noseda ha proceduto con affidamento diretto tramite accordo quadro all’azienda Peverelli. Il 12 novembre il dirigente ha emesso l’ordinanza che stabiliva modifiche viabilistiche in via XX Settembre dal 17 al 23 novembre «per attività di piantumazione alberi». Già tra sabato 15 e domenica 16 novembre era esploso il caso sulla stampa con una serie di proteste, raccolta firme e sit annunciato per la mattina del taglio, il 17 novembre appunto. La protesta di un gruppo di cittadini a cui si sono affiancati alcuni esponenti politici ha di fatto bloccato i mezzi. In base alle carte citate in aula e poi ricostruite nel dettaglio è emerso che nel pomeriggio del 17 novembre (alle 16.37) da Palazzo Cernezzi è partita, firmata dallo stesso dirigente, la richiesta dell’autorizzazione alla Soprintendenza in quanto «risulta che le vie esistenti, ad esclusione della via Aldo Moro, da oltre 70 anni, rientrano nella casistica di cui all’art. 10, comma 4, lettera g) “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico” del Codice per i beni culturali». Autorizzazione arrivata da Milano il 1 dicembre. Nel frattempo la mobilitazione e le proteste sono proseguite. L’11 dicembre una nuova ordinanza per il taglio piante dal 15 al 23 dicembre. Taglio che non è iniziato per lo stop temporaneo del Tar.

Solo 14 giorni

Il tema della Soprintendenza è emerso durante gli ultimi interventi di Falanga e Legnani (prima avevano parlato Patrizia Lissi, Vittorio Nessi e Giordano Molteni) e, sull’autorizzazione il sindaco Alessandro Rapinese ha detto solo che «a prescindere dalla data, c’è». Nell’esprimere il parere contrario alla mozione il sindaco ha chiarito a più riprese che sono state fatte tutte le procedure (ha citato la delibera di giunta, il contratto con l’impresa, agronoma e Soprintendenza) e ribadito che stabilire l’essenza da mettere «non è il suo lavoro e il nostro lavoro perché ci sono i tecnici per questo». Ha chiuso dicendo che la fioritura dei ciliegi «dura al massimo 14 giorni, cioé il 3% della durata di un anno. Noi possiamo tornare indietro perché una cosa non piace, qui si parla di delibere cristallizzate e appalti. E ci sarebbero conseguenze».

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