Civiglio intrappolata: «Dal 2024 ore di auto in più per uscire dal quartiere e andare in città»

Il reportage Da quasi due anni via dei Patrioti è chiusa. Sveglia prima per raggiungere il lavoro o la scuola in città tra strade alternative scomode e lunghe code ogni giorno

Alle 7, a Civiglio, buona parte di chi ha lavora è già partito per evitare il traffico che si forma a Camnago Volta e che mezz’ora più tardi rende impossibile raggiungere in orario le stazioni della città o il posto di lavoro. «Mio figlio lavora a Milano e parte alle 6.45 per essere sicuro di riuscire a prendere il treno» racconta Federica Arnaboldi, che di figli ne ha quattro. Un altro dei suoi figli frequenta il liceo Volta. «Quando tornano a casa entrambi hanno problemi: quello che arriva da Milano dovrebbe prendere il bus 5 che parte alle 19.30 che però salta almeno una volta alla settimana, quello che va al liceo invece arriva quasi alle 15 con il C43... quando la strada era aperta arrivava alle 14.20 con il 5».

Una routine complicata

Ora che via dei Patrioti è chiusa da maggio del 2024, a causa di una frana, e che i lavori per la riapertura non sono ancora iniziati, nonostante le promesse, ogni residente deve fare i conti con il tempo: occorre partire prima la mattina e calcolare sempre un’ora di margine in più, rispetto al passato.

«Lavoro a scuola, per essere in classe alle 8 devo partire alle 7.15 e passare da Brunate, altrimenti mi blocco nel traffico della via Rienza. Prima partivo alle 7.40. Ci sentiamo messi da parte qui perché quello che chiediamo è il rispetto di un diritto, non un piacere» dice Marina Lorenzetti. «L’abbandono è profondo - ribadisce un’altra residente, Monica Zimarino - Il prezzo delle case si svaluta e il tempo della vita che si impiega per fare tutto in città, dal lavoro alla spesa, visto che qui non c’è nulla, è aumentato».

La strada alternativa a via dei Patrioti che passa da Brunate e che molti scelgono di percorrere è però stretta e costringe a compiere frequenti manovre per consentire il traffico in entrambi i sensi, con il risultato che nelle prime ore della mattina si viaggia a passo d’uomo. In passato, percorrendo via dei Patrioti, bastavano dieci minuti di guida senza difficoltà per arrivare in centro. Verso le 7.20 in piazza a Civiglio spunta qualche zaino: sono gli studenti che scendono lungo la strada chiusa al traffico fino al bivio per Brunate. Si tratta di 800 metri di strada, che passa proprio sotto il punto in cui è avvenuta la frana più di due anni fa, un terreno oggi messo in sicurezza ma dove si vede un tronco e qualche ramo pericolante, forse a causa delle piogge più recenti, e da dove durante l’alluvione che ha colpito la città a fine settembre è rotolato giù un grosso masso, ancora abbandonato al centro della strada.

La strada che porta al bivio, ultimo punto raggiungibile per i bus della linea 5, che prima del 2024 arrivavano direttamente in piazza, è molto ripida: farla in discesa la mattina non è un grosso sacrificio, ma percorrerla al contrario sì e soprattutto con la pioggia.

Si temono altri problemi

Anche perché a percorrerla non sono solo i giovani: «Tante persone anziane non hanno l’auto, vanno a fare la spesa con il bus e tornano su, in salita, con le borse piene in salita! Non siamo, come si racconta, quattro gatti: siamo circa 800 e abbiamo dei diritti», dice Gigliola Lurati. Chi invece sceglie di percorrere via Ghislanzoni (una strada gestita dall’ente provinciale, a differenza di via dei Patrioti che è comunale), che collega il quartiere comasco a Ponzate, frazione di Tavernerio, si trova di fronte rami sporgenti e barriere di cemento posizionate ai lati della strada che rischia anche qui di franare: «Via dei Patrioti è solo una parte del problema - dice Ernesto Cocca - Manca la manutenzione del verde e del territorio: qui non si è mai voluto davvero investire in sicurezza». Tanto che a inizio ottobre un altro smottamento ha fatto chiudere temporaneamente via Ghislanzoni.

Tra due anni e mezzo di strada chiusa, verde fuori controllo e pendii non in sicurezza, a Civiglio la pazienza è davvero finita.

La scuola che resiste: un pedibus organizzato dai genitori

Dopo le prime ore del mattino, il momento più caotico della giornata per la viabilità di Civiglio arriva con l’inizio delle lezioni della scuola primaria. Un plesso amatissimo da cittadini di tutte le zone di Como per la proposta didattica e la vicinanza con la natura, che però dalla frana in via dei Patrioti ha subito un calo di iscrizioni (sono stati una ventina gli iscritti al primo anno nel 2023, mentre sia nel 2024 che nel 2025 meno di 10) per via dei disagi presenti nel quartiere.

E che tra le 8 e le 9 del mattino sono evidenti con file di auto che arrivano sia da Brunate che da Ponzate e che restano bloccate alla trafficatissima strettoia di via Ghislanzoni. Molte delle auto in circolazione a quell’ora appartengono ai genitori che accompagnano a scuola i figli, alcuni arrivano da Brunate, altri da Garzola, altri da Como, in un via vai che avanza a singhiozzo. Un’alternativa però c’è ed è organizzata dall’associazione dei genitori: un pedibus con accompagnatrici che seguono i bambini dal momento in cui prendono il bus a Como fino all’arrivo a scuola che, dalla frana, avviene con un quarto d’ora di ritardo perché i bambini devono prendere la linea c43. «Il servizio esisteva anche prima - spiega Matteo Introzzi, referente dell’associazione dei genitori - Ma in collaborazione con il Comune e Asf, da subito disponibili, lo abbiamo riproposto anche in questo momento di disagio. I problemi non possono essere negati, ma la scuola non si arrende e c’è una raccolta fondi cui contribuiscono tutti, anche chi non usufruisce del servizio di pedibus»

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