Como, altre idee per ripartire
Dalla sosta gratis a nuove aree verdi

Per la fase 2 ulteriori proposte per la città. Dal recupero di piazza Perretta al prato di Villa Geno

Dai sensi unici pedonali per evitare gli assembramenti in centro storico al “numero chiuso” nei parchi fino all’ipotesi di dislocare casette (sul modello Città dei Balocchi) da destinare agli esercizi che non hanno spazi all’aperto con i tavolini e che, quindi, sarebbero fortemente penalizzati dalle disposizioni per gestire la Fase 2 del coronavirus.

Con queste tre idee si è gettato il sasso nello stagno per ripensare la città che non potrà più essere la stessa se vuole continuare ad essere attrattiva pur garantendo la sicurezza. Ma ce ne sono altre e l’auspicio è che le proposte si moltiplichino con l’obiettivo di poter contribuire a migliorare la vita per tutti. Comaschi e visitatori.

Confcommercio valuta le casette

Tra le nuove proposte, fatte da un esperto che per ora preferisce restare anonimo, c’è quella di creare una squadra di “steward della città” per fornire assistenza e informazioni nei luoghi principali. Una serie di interventi, compresa l’individuazione chiara di zone per gli eventi estivi a cui si può assistere mantenendo le distanze, per promuovere, anche a livello turistico, il brand di Como non solo per le sue bellezze turistiche, ma anche di “Como città sicura”. Proposte anche per la sosta con la concessione della prima ora gratis e l’aumento significativo di quelle successive. E, inoltre, la regolamentazione dei flussi pedonali in viale Geno.Misure che dovranno essere messe in campo da tutti, dal Comune, ma anche dalle associazioni di categoria e dal settore culturale.

Il direttore di Confcommercio Graziano Monetti dice che «ad oggi non ci sono ancora le linee guida definitive sulle riaperture e la situazione di incertezza e grande confusione non favorisce le aziende». Poi, nel merito delle possibili misure da mettere in atto in città dice: «Sicuramente destinare zone di suolo pubblico aggiuntive ai locali è una buona cosa (il Comune ha varato il provvedimento giovedì in giunta, ndr). Saranno anche un valore aggiunto per la città, visto che stiamo andando verso il bel tempo. Certo, per chi non ha spazi la situazione è più complessa». Monetti parla quindi di «immettere liquidità a fondo perduto», ma si dice «pronto a valutare» l’ipotesi delle casette. «Devono avere condizioni economiche accettabili,ma può essere un’idea . Noi non ci sottraiamo a fare la nostra parte, tutti devono metterci qualche cosa». Scettico, invece, sui sensi unici pedonali: «Idea originale e suggestiva, ma a mio avviso inapplicabile. Se una persona, ad esempio, supera un negozio e deve tornare indietro, cosa fa?». Una manciata di proposte concrete arriva dalla consigliera comunale Ada Mantovani (gruppo misto). «Si potrebbe, temporaneamente, spostare i parcheggi per residenti di piazza Perretta in piazza Roma - spiega - in modo da liberare uno spazio centrale e molto appetibile dove posizionare tavolini o fare altre attività. Credo che in questo momento tutti debbano fare la loro parte, magari con qualche piccolo sforzo».

«Aprire il parcheggio Ticosa»

Parla poi della necessità di utilizzare nuove aree verdi. Cita, ad esempio, «la possibilità di rendere più fruibile la zona del parco del San Martino, magari organizzando qualche serata. Si potrebbe anche ripartire con lo shopping serale, magari con stand all’aperto. Penso poi che, dopo la sentenza di inizio giugno, il Comune debba valutare di aprire l’area verde del lido di Villa Geno gratuitamente. Solo il prato, con magari una casetta per vendere qualche bibita e con qualcuno che controlli. Questo per evitare che le persone stiano ammassate nelle poche aiuole vicino». Chiede poi che si realizzino postazioni di noleggio bici, monopattini «che siano facilmente utilizzabili». Sul fronte sosta, invece, chiede che si apra il parcheggio della Ticosa provvisorio «il prima possibile e non da 70 posti».

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