Como, anche gli stranieri hanno smesso di fare figli

Rapporto Ismu Gli ultimi dati sugli immigrati: nel Comasco sono 47mila, pari al 7,9% della popolazione - Pochi i bambini e i giovani, le comunità più numerose sono quella romena, marocchina e ucraina

Il 7,9% della popolazione residente in provincia di Como è straniera, e anche i nuovi arrivati ormai fanno pochi figli.

Sono due dei dati che emergono dal rapporto Ismu, la fondazione che promuove iniziative e studi sulla multietnicità, che ha fotografato quell’11,8% di residenti lombardi con cittadinanza straniera. Dei 1.176.169 residenti stranieri nella nostra Regione la percentuale più alta si concentra a Milano (14,7% della popolazione), seguita da Mantova (13,6%) e Lodi (12,7%). In coda province come Varese (8,5%), Lecco (8,1%) e quindi Como (7,9%) seguita soltanto da Sondrio (6%). La fascia prealpina è quindi quella che meno attrae stranieri.

È però interessante notare come da un punto di vista anagrafico il 76% degli stranieri residenti in Lombardia ha tra i 15 e i 64 anni, con un’incidenza di giovani maggiore rispetto alla popolazione di origine italiana. A Lodi c’è l’incidenza più elevata di minorenni (25,9%) , mentre la quota di over 65% è la più bassa (4,1%).

Al contrario a Como c’è il tasso più basso di neonati (1%) e minorenni (19,7%), con la quota di over 65 stranieri (6,6%) seconda solo a quella di Sondrio (6,6%). L’età lavorativa, dai 15 ai 64 anni, è predominante tra gli stranieri che abitano a Como (77,3%), è la percentuale maggiore che si riscontra in tutto il panorama regionale.

In totale gli stranieri che qui hanno preso la residenza sono esattamente 47.149 (47,2% uomini, 52,8% donne), il dato è aggiornato al 2023.

Il saldo rispetto all’anno scorso è comunque positivo (+3,2%) bisogna però pensare che la crisi prima e la pandemia poi hanno congelato gli arrivi. Basti dire che nel 2019 i residenti stranieri nel Comasco erano 48.444. Le cittadinanze acquisite, 2.058, sono quasi sempre richieste da 18enni stranieri nati qui, più raramente sono il prodotto di nozze miste.

Secondo Ismu «il bilancio demografico della popolazione residente straniera è sceso sotto la soglia simbolica dei sei milioni, dopo la quota massima raggiunta nel nostro Paese nel 2019 nel quadriennio successivo si è progressivamente scesi anno dopo anno».

Il “baby boom” degli stranieri che avevamo osservato fino alla fine degli anni Novanta si è spento, così sottolinea il rapporto Ismu. Restano solo alcune nazionalità che danno un importante apporto di nuovi nati come ad esempio quella indiana e pakistana. Nel Comasco però sono maggiormente presenti i romeni (6.314 cittadini, il 13,4% sul totale degli stranieri), quindi i marocchini (3.818, 8,1%) gli albanesi (3.280, 7%), gli ucraini (2.354, 6,4%) e infine i pakistani (2.235, 4,7%).

«Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un allineamento del numero di figli delle madri straniere e di quelle italiane – commenta Daniele Merazzi, primario del dipartimento Materno infantile dell’ospedale Valduce – per ragioni di condizioni sociali, forse di possibilità economiche. Sono donne che prima facevano anche tre figli ed ora uno in media. È così in particolare per le donne di seconda generazione, soltanto di origine straniera ma ormai cresciute qui. Nel frattempo le possibili madri italiane in età fertile diventano sempre meno ogni anno che passa».

«Un tempo le donne straniere compensavano il nostro calo delle nascite – spiega Paolo Beretta, direttore del dipartimento Materno infantile dell’Asst Lariana – ora non più, si sono adattate alle condizioni di vita nostrane ed hanno molto abbassato la media di figli che invece era molto maggiore fino a dieci anni fa».

Non possiamo più sperare in un contributo alle nascite in arrivo dall’esterno, non nel breve periodo. L’età media in cui le donne comasche arrivavano al parto era pari a 30,9 anni nel 2000, salvo modeste variazioni l’età è sempre cresciuta ed ora è pari a 32,7 anni.

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