
Cronaca / Como città
Martedì 22 Luglio 2025
Como antica: nuovi reperti in via Dante
La sorpresa Vicino al complesso termale visitabile all’interno dell’autosilo Valduce, nel cantiere per un edificio. Scoperto sito con mura rettilinee in pietra, forse di età imperiale. Ma la Soprintendenza tace per ora sui dettagli

Como
Aleggia il mistero sui ritrovamenti emersi dagli scavi del cantiere di via Dante, di fianco all’autosilo dell’ospedale Valduce. Soprintendenza e Società archeologica comense attendono a esprimersi, ma l’impressione è proprio che il passato più antico di Como sia tornato a bussare alle porte dei comaschi.
Il cantiere, avviato ad aprile del 2024, si trova a pochi passi da un altro sito fondamentale per la storia di Como romana (la città è stata fondata da Giulio Cesare nel 59 a.C. e si sviluppa su una pianta tipicamente romana, ndr), quello del complesso termale costruire grazie a una donazione di Plinio il Giovane e rimasto in uso dalla seconda metà del I secolo d.C. fino alla fine del III secolo. Le terme sono ancora oggi visibili e visitabili, come è stato richiesto all’epoca del loro ritrovamento.
Il ritrovamento
A più di un anno dall’inizio dei lavori, finalizzati alla costruzione di nuovi appartamenti affacciati su via Dante, ecco però un altro ritrovamento. Dall’alto si può notare come il nuovo sito sia caratterizzato da strutture murarie in pietra, che sembrano essere disposte su assi rettilinei. Difficile dire se si tratti di un muro a secco oppure di un muro in cui il legante è poco visibile e infatti gli esperti di archeologia del territorio per il momento non si sbilanciano e lasciano trapelare solo qualche dettaglio, utile però a farsi un’idea della portata del ritrovamento.
Un ritrovamento non del tutto inaspettato, vista la vicinanza al complesso termale romano che ancora oggi si può ammirare all’interno dell’autosilo. Gli operai al lavoro nel cantiere di via Dante hanno trovato resti di edifici o muri di suddivisione interna, ma si potrebbe anche ipotizzare che lo stretto passaggio tra i due muri che si scorge sul lato destro del sito possa essere riconducibile a una strada collegata all’ingresso della città murata.
La città sotterranea
Per i più, comunque, si tratta di un sito da far risalire all’età imperiale: vengono citati, come possibile collocamento cronologico, sia gli anni dell’imperatore Gallieno (253-268 d.C) che dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.). Molte però le cose che ancora restano da capire e sulle quali non è stata data ancora alcuna conferma dalla Soprintendenza, che ora è incaricata di studiare l’area e deciderne il futuro.
Nelle scorse ore è emersa anche l’ipotesi che, accanto ai resti di edifici o di un possibile impianto stradale, siano avvenuti anche ritrovamenti di sepolture. Nulla di certo anche in questo caso, ma non sarebbe una sorpresa se si pensa che già nel 2022 in via Borgovico, lungo il percorso dell’antica strada Regina, uno scavo aveva portato alla luce tre tombe con tanto di ossa, in mezzo a mura antiche risalenti a diverse epoche storiche e tombe anche a 2,5 metri di profondità rispetto al piano campagna.
La stessa minuzia di analisi verrà applicata ora in via Dante, quindi occorrerà studiare i ritrovamenti e valutare la valorizzazione di questa porzione della Como sotterranea, che negli anni continua a riemergere e stupire i suoi residenti.
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