Como, ciclabili e soldi persi
Il Comune: «Costi raddoppiati»

L’assessore dopo lo stop arrivato dalla Regione: «Da 2,8 saliti a 4,2 milioni. Ci sono verifiche in corso». Pd e Svolta Civica vanno all’attacco: «Vergogna»

«Non abbiamo perso il finanziamento, ma si stanno facendo verifiche dettagliate perché il progetto revisionato ha visto i costi arrivare a a 4,2 milioni di euro rispetto ai 2,5 dello studio iniziale del 2015 poi saliti a 2,8 milioni». A dirlo è l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni, in carica dal luglio scorso. «Non è che non vogliamo fare le ciclabili o che non ci stiamo occupando della cosa - aggiunge - e ci sono riunioni costanti. Ma con questa nuova stima dei costi, fatta dalla società esterna a cui era stato dato un incarico nei mesi scorsi, il Comune dovrebbe mettere 2,9 milioni aggiunta agli 1,3 milioni del finanziamento regionale. Non ci possiamo permettere questa cifra e stiamo ora vedendo cosa fare, con la Regione siamo in contatto».

La lettera da Milano

Sta di fatto che a Milano - come anticipato da “La Provincia” - hanno inviato nei giorni scorsi a Palazzo Cernezzi la comunicazione di avvio di del procedimento che porterà, entro un mese, alla decadenza del finanziamento regionale. I soldi non dovranno essere, nel caso, restituiti, poiché Milano li eroga soltanto con l’avvio dei lavori. Ora il Comune potrà inviare documentazione ulteriore, ma bisognerà capire innanzitutto la questione legata all’esplosione dei costi.

Nel frattempo sono intervenute ieri duramente le opposizioni. «Non possiamo permetterci di perdere l’ennesima opportunità per rendere Como più vivibile per tutti i nostri concittadini: il Comune di Como si impegni per rispettare le scadenze e a non “bruciare” gli 1,3 milioni di euro messi a disposizione grazie alla giunta Lucini da Regione per la dorsale dei Pellegrini» dichiarano Patrizia Lissi, consigliera del Partito Democratico a Palazzo Cernezzi e Tommaso Legnani, segretario cittadino dem. E ancora: «Il Comune di Como aveva e ha - ancora per poco - gli strumenti per realizzare un progetto positivo sotto ogni punto di vista. La pandemia non può essere una scusa per perdere tempo e soldi come è stato fatto per la riqualificazione dei giardini a lago e tanti altri progetti affossati da ritardi».

Le opposizioni protestano

Svolta Civica con Maurizio Traglio, Vittorio Nessi e Barbara Minghetti dice: «Sarebbe di una gravità inaudita se il Comune andasse a perdere anche il milione e 350mila euro di contributo regionale per la realizzazione delle piste ciclabili progettate dalla precedentemente amministrazione e lasciate a languire per tre anni. Qui non si tratta né dell’emergenza Covid (sulla quale abbiamo dichiarato il nostro pieno sostegno all’amministrazione), né di difendere una parte politica. Qui si tratta del bene della città».

Un appello arriva dal Coordinamento associazioni per l’Ambiente e la Mobilità Como (tra cui Fiab Como Biciamo, Circolo Legambiente Angelo Vassallo,Iubilantes, Rete dei Cammini, Arci, La città possibile, Wwf Insubria, Auser). «Chiediamo - concludono una lunga nota - che l’amministrazione comasca si impegni ad integrare con la massima urgenza quanto richiesto dalla Regione e che sia aperta una seria discussione sull’ambiente e sulla ciclabilità della città, ormai improcrastinabile. Chiediamo che la mobilità ciclabile diventi uno dei temi importanti della città, che sia posta in primo piano la discussione sul futuro della mobilità a Como, che sia aperto un dibattito costruttivo per il futuro del territorio. Chiediamo infine all’Amministrazione dove siano finite quelle piste ciclabili annunciate a fine maggio dall’assessore Bella».

Non entra nel merito delle fasi del progetto e della situazione attuale, ma dice senza giri di parole che «rinunciare sarebbe veramente un peccato, un’occasione persa clamorosa». L’ex assessore alla Mobilità Daniela Gerosa, che aveva avviato il piano della maxi ciclabile da 32 chilometri e da sempre sostenitrice della mobilità sulle due ruote.

«Non mi pronuncio sul perché o sul per come - sottolinea - ma perdere il contributo vorrebbe dire rinunciare a un’infrastruttura fondamentale per Como. Un’opportunità di sviluppo della mobilità anche in chiave turistica. Si tratta di un progetto che ha tante valide ragioni per essere realizzato». Ieri mattina sul suo profilo Facebook aveva condiviso l’articolo con cui La Provincia denunciava l’avvio del procedimento da parte della Regione per la decadenza del finanziamento con la frase «Post muto».

Poi, più tardi, ha aggiunto telefonicamente: «Se ci sono i progetti e i soldi, come in questo caso, le opere si fanno. La città di Como ha fatto delle scelte e stiamo parlando di un’opera strategica. Mi auguro che il Comune faccia di tutto per farla, anche perché in un periodo come questo consentire diverse opportunità di spostamento è ancora più importante». 

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