
(Foto di archivio)
Bassone Tre tentativi di introdurre hashish nelle celle bloccati dagli agenti - In un caso la sostanza avrebbe dovuto essere lanciata oltre il muro di cinta
Triplice intervento degli agenti della polizia penitenziaria del Bassone che, nonostante la ormai cronica carenza di personale, riescono ad ottenere anche risultati investigativi e non solo di contenimento dei detenuti. Sono infatti state tre, in rapida sequenza, le attività che hanno permesso di intercettare droga (cocaina e hashish) prima che varcasse i muri della casa circondariale destinata ai detenuti.
Il plauso, nella giornata di ieri, è arrivato da Giovanni Savignano, segretario generale Fns Cisl dei Laghi di Como-Varese, e da Francesco Panico, segretario nazionale del Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria. Il primo intervento riferito ha riguardato un controllo del perimetro esterno del carcere di Albate in cui persone rimaste anonime avevano nascosto – sotto il muro – delle calze contenenti due panetti di hashish del peso di circa 100 grammi e anche dei sassi di contrappeso per permettere di lanciare la calza con maggiore profitto all’interno del Bassone.
L’intento era dunque quello, ad un orario concordato, di far arrivare le calze dall’esterno del muro di cinta fino al cortile dei passeggi. Lo stupefacente è stato posto sotto sequestro e le indagini proseguono per cercare di risalire a chi possa aver lasciato in quel punto le calze già pronte per il lancio.
Il secondo episodio – che in realtà è il primo in ordine di tempo – aveva invece portato a denunciare una ragazza italiana comasca, 20 anni, che aveva cercato di consegnare cocaina e hashish al proprio compagno marocchino detenuto approfittando del colloquio. La giovane è stata indagata dalla procura per spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ultimo episodio solo la scorsa settimana, quando un detenuto nord africano – anche in questo caso dopo il colloquio – è stato trovato dagli agenti della polizia penitenziaria con oltre 100 grammi di hashish che aveva cercato di nascondere sotto i vestiti. Anche quest’ultimo episodio era stato segnalato alla procura.
Interventi in serie che hanno però meritato il plauso dei due sindacati, anche in considerazione – come detto – delle difficoltà di personale degli agenti che tuttavia riescono anche a monitorare ciò che avviene dentro e fuori dal Bassone. Operazioni che tuttavia dimostrano pure quanto sia frequente il tentativo di introdurre stupefacenti in carcere.
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