Como: il consiglio boccia
l’autosilo al Gallio

Soltanto i 4 di FdI a favore del parcheggio, Svolta Civica e Pd non votano, tutti gli altri contrari. Il primo progetto già nel 2016, mai contestazioni fino a poche settimane fa. Poi tanti cambi di rotta e politica in tilt

L’autosilo da sei piani e 212 posti auto sul retro del Collegio Gallio non si farà. Lo ha deciso il consiglio comunale di lunedì sera al termine di settimane contrassegnate da appelli e polemiche politiche. Solo quattro i voti favorevoli (quelli di Fratelli d’Italia), cinque gli astenuti (la Lega)e 14 i contrari (Forza Italia e Insieme nella maggioranza, lista Rapinese, gruppo misto e Movimento 5 Stelle in minoranza) mentre Pd e Svolta Civica non hanno partecipato al voto. Assente il sindaco.

Da 400 a 212 posti

Ma la storia dell’autosilo che a questo punto rimane sulla carta, non risale agli ultimi giorni ed è costellata di colpi di scena e cambi di rotta. Nella maggioranza, ma non solo, visto che la prima ipotesi risale al 2016. L’idea allora, sottoposta all’amministrazione Lucini dalla società Parcheggi Italia, su mandato dell’Opera Pia Collegio Gallio (proprietaria dell’area), era quella di realizzare circa 400 posti e, proprio per evitare doppioni e di spendere soldi per ritrovarsi con un parcheggio vuoto, nel gennaio dell’anno successivo venne bloccata l’idea di un autosilo sull’area comunale dell’ex Stecav.

Si ipotizzava un inter molto veloce per l’autosilo sul retro del Gallio con il via ai lavori nell’estate dello stesso anno. A maggio, però, un mese prima delle elezioni, la frenata per la necessità di ulteriori approfondimenti procedurali, in primis di un passaggio in consiglio comunale. Pochi mesi dopo, nel settembre del 2017, con l’amministrazione Landriscina, si parla di un nuovo progetto ridimensionato che viene depositato nell’ottobre del 2018 con richiesta di parere preliminare: i progettisti Stefano Seneca e Marco Castiglioni prevedono 300 posti. Tempi realizzativi stimati: un anno, al netto dei tempi procedurali. Nel dicembre del 2018 il piano vene portato, a titolo informativo in commissione Urbanistica, dopo un passaggio in giunta. Poi il Comune fa una serie di richieste ai proponenti e, a seguire, arriva arrivano l’ok della commissione Paesaggio e due pareri positivi della Soprintendenza.

Il 18 novembre scorso il progetto, nel frattempo ridotto a 212 posti, arriva sul tavolo della giunta che, all’unanimità, lo approva e lo invia al consiglio comunale, organo competente. Il 30 novembre tocca alla commissione Urbanistica dove viene approvato da tutta la maggioranza. Fino ad allora nessuno, nell’arco dei sei anni, manifesta critiche.

Il 6 dicembre (giorno in cui la delibera doveva essere discussa dal consiglio) la prima critica con i Padri Somaschi che manifestano alcune perplessità. Il Comune rinvia la discussione per un approfondimento.

Da lì la storia è quella recente che vede una guerra interna al Gallio (da un lato l’Opera Pia, proprietaria dell’area e, dall’altro, i Somaschi che hanno in gestione lo spazio, che incassano anche l’appoggio di genitori ed ex alunni). Le proteste mandano in cortocircuito la politica. La maggioranza va letteralmente in frantumi (unico a sostenere l’opera è Fratelli d’Italia, che registrano però l’addio polemico al gruppo di Mario Gorla ) e il centrosinistra (Pd e Svolta Civica) che decide di chiamarsi fuori, in difficoltà dopo aver definito l’autosilo «strategico» e averlo inserito nel programma elettorale.

Butti va all’attacco

Questo fino alla bocciatura dell’aula. Durante il dibattito l’assessore all’Urbanistica Marco Butti ha replicato a muso duro a Gorla e al centrosinistra. Lo stesso Butti ieri ha detto: «Rispetto pienamente la votazione democratica in consiglio annotando con sorpresa che chi ha inserito nel proprio programma elettorale il progetto, per calcoli squisitamente elettorali ha preferito non partecipare al voto».

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