Como: personale scuola
Il 23% rifiuta la vaccinazione

AstraZeneca: dopo lo stop e il nuovo via libera, quasi un docente su quattro non si presenta all’appuntamento. Il caso delle persone con patologie serie o in allattamento: per loro Asst Lariana preferisce utilizzare Pfizer

Dopo il blocco e la nuova approvazione di AstraZeneca, un insegnante su quattro (per la precisione il 23%) non si è presentato all’appuntamento per la vaccinazione.

Conti alla mano, tra sabato e lunedì nella nostra città sono stati vaccinati 1.613 tra docenti e bidelli sui 2.097 che erano attesi dagli ospedali. Vuol dire che il 23% dei candidati ha dato buca. Questo dato è al netto dei gravi disguidi informatici di Aria, le mancate convocazioni e gli sms spariti. Sono persone che sono state chiamate per la vaccinazione, ma che hanno preferito non presentarsi. Non solo, si tratta di lavoratori della scuola che avevano inviato la loro adesione tramite il portale online, quindi almeno inizialmente avevano chiesto di essere vaccinati e sapevano che sarebbero stati coperti con AstraZeneca.

Nello specifico sono 1.080 i docenti vaccinati tra domenica e lunedì dall’Asst Lariana sui 1.400 che avevano l’appuntamento, 323 da villa Aprica su 457 appuntamenti e 210 su 240 al Valduce.

Le preoccupazioni dei docenti

Molti degli insegnanti chiamati alla ripresa delle vaccinazioni con AstraZeneca, erano già inseriti negli elenchi di chi si sarebbe dovuto presentare una settimana fa a ricevere la dose, salvo poi essere bloccato dalla decisione delle autorità sanitarie di sospendere in via cautelativa la campagna, in attesa di verificare i dati sulle presunte complicanze seguite alle vaccinazioni.

Gli esperti avevano concluso sulla sicurezza e sull’efficacia del siero. Ma di certo lo stop improvviso, le notizie di accertamenti, i dubbi ancorché poi fugati, non hanno rasserenato gli animi degli insegnanti e dei presidi.

Secondo Asst Lariana alcuni dei lavoratori della scuola compresi in quel 23% di defezioni, in realtà si sono presentati all’appuntamento, ma sono stati rimandati a casa per ragioni di salute. Avendo delle malattie pregresse è stato dato loro un nuovo appuntamento per ottenere una dose con Pfizer. L’ex azienda ospedaliera però non quantifica questa quota e non precisa la tipologia delle patologie. Anche un docente di diritto in leggero sovrappeso e con una comune ipertensione è stato rinviato ad un prossimo appuntamento con Pfizer. È capitato anche a insegnanti con dei bambini da allattare.

Nel dubbio, si preferisce Pfizer

Sentiti diversi medici di famiglia ed anche alcuni specialisti sul tema però c’è molta cautela. Di fronte ad un possibile rischio, ad un possibile dubbio, si preferisce non correre pericoli ed offrire la vaccinazione con Pfizer. Segno, comunque, che la fede nei vaccini non è incrollabile e che lo stop ad AstraZeneca ha lasciato qualche interrogativo. Basti ricordare che più di un medico di medicina generale su quattro a Como, finita la prima fase, non ha voluto vaccinarsi.

Nel frattempo alcuni insegnanti raccontano di aver ricevuto l’appuntamento molto lontano da casa. Per esempio un operatore scolastico della bassa deve andare a Luino invece che a Como. Circa cinquanta chilometri di distanza per un’ora e un quarto di viaggio, invece che sedici chilometri per venti minuti di tragitto. L’ennesimo disguido delle prenotazioni.

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