Como: rientro a scuola
«Doppio ingresso
sarà un disastro»

Non piace la prospettiva dei due turni. Il preside Valtorta: «Indifendibile la politica scelta per i bus»

Se la didattica a distanza dal 13 settembre sembra essere scongiurata, o quasi, l’ipotesi del doppio ingresso scaglionato nelle scuola comasche pare sempre più concreta.

Questa almeno è l’indicazione che è stata data informalmente agli istituti superiori dalla Prefettura, in attesa di una convocazione ufficiale entro fine mese. Far entrare due terzi degli studenti alle 8 del mattino e i restanti alle 10 però è un’ipotesi che fa molto arrabbiare le famiglie. Soprattutto quelle dei ragazzi che arrivano dalla provincia, in particolare dalla zona del lago, con la Regina destinata a rimanere a lungo chiusa per il cantiere della variante della Tremezzina e la prospettiva di spostamenti lunghi e difficoltosi.

Tantissime lamentele

Di trasporto pubblico, senza mai fare grandi passi avanti, si parla dall’inizio del 2020. E nemmeno una campagna vaccinale a buon punto sembra offrire agli studenti sicure garanzie. «Il doppio ingresso è un mezzo disastro – dice Angelo Valtorta, preside del liceo Volta – Lo dico con il massimo rispetto per il lavoro svolto dalla Prefettura. Ma a noi presidi stanno arrivando moltissime lamentele da parte delle famiglie, arrabbiate per l’inizio scaglionato. È l’ennesimo grande sacrificio chiesto ad alunni e genitori. La maggior parte della nostra utenza arriva da fuori, molti iscritti abitano sul lago e la Regina rimarrà bloccata per mesi dai cantieri. La campagna vaccinale merita degli incentivi concreti, altrimenti le mamme mi domandano perché hanno fatto vaccinare i loro figli e io non so cosa rispondere».

Il nodo, più che la grandezza delle aule, sono sempre i bus. «Il doppio turno consente ai mezzi di andare e tornare senza però potenziare davvero le corse – spiega Valtorta – ed è una soluzione indifendibile. Quanto agli spazi, il Volta come altre scuole ne ha pochi a disposizione, per scongiurare la didattica a distanza faremo ricorso alle mascherine in classe, almeno in una dozzina di aule».

Presenze al 100%

Le indicazioni ministeriali, salvo nuovi picchi pandemici, chiedono alle scuole di accogliere il 100% degli studenti. «Per ora lavoriamo per portare a scuola tutti gli studenti, ma con l’ingresso scaglionato alle 8 e alle 10 – conferma Roberto Peverelli, preside del Setificio – Una soluzione che obiettivamente non piace alle famiglie. È scomoda per chi abita lontano, ancor più se ci sono laboratori che durano fino a metà pomeriggio. Si rischia di rincasare alle otto di sera».

«Il problema dei trasporti è sempre grave – concorda Silvana Campisano, preside del Caio Plinio – attendiamo decisioni ufficiali. Quanto alla didattica a distanza le norme governative la escludono almeno in parte. Anche se edifici datati come il nostro potrebbero comunque dover ricorrere a una quota minoritaria di lezioni a distanza, almeno nel triennio, a garanzia del contenimento della pandemia».

Al tavolo prefettizio siedono anche i rappresentanti del trasporto pubblico locale. «Intanto attendiamo scelte più chiare e definitive da Roma – commenta Angelo Colzani, presidente del Tpl di Como, Lecco e Varese – Possiamo comunque contare sul sistema in uso lo scorso anno, scontando però la probabile assenza delle corse private a cui avevamo chiesto aiuto e che ora sono tornate al lavoro. Non possiamo fare miracoli, abbiamo sempre fatto il possibile e con la regia del prefetto cercheremo di risolvere tutti i possibili nodi. Sulla Regina per esempio serve una riflessione. Alle famiglie dico che dobbiamo di nuovo aiutarci a vicenda e collaborare».

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