Como e il rischio Venezia, in centro case carissime. Giovani e famiglie “cacciati”

Il caso Gli immobiliaristi: «Con uno stipendio normale impossibile acquistare o affittare». Offerta ridotta anche a causa delle case vacanza

Caro casa, in centro non si trovano appartamenti in affitto mentre quelli in vendita finiscono a grandi gruppi o agli stranieri, gli unici a poterseli permettere. Gli agenti immobiliari spiegano che in centro non c’è più spazio per i lavoratori a medio o basso reddito e nemmeno per le giovani coppie che vogliano venire qui a vivere e lavorare. Proprio quell’effetto Venezia di cui ci stiamo occupando in questi giorni sul giornale, dando spazio a diverse opinioni.

Prezzi pazzi

«È un problema grave da almeno due anni – racconta Ciro Iannello dall’agenzia Aleph di via Dante – ogni giorno rispondo a richieste di lavoratori intenzionati a trasferirsi, infermieri che hanno vinto il concorso al Sant’Anna o tecnici che sono stati assunti in Comune che cercano casa in affitto. Io stesso sconsiglio di venire. L’offerta è scarsissima e i prezzi sono troppo alti. In centro le case vacanze hanno creato un effetto Venezia e poco fuori mancano le residenze convenzionate. In più con la crisi tanti proprietari sono rimasti scottati da complicate vicende di morosità. Stessa cosa per le vendite, solo i grandi gruppi o gli stranieri ricchi riescono ad aggiudicarsi in fretta gli affari più interessanti». Gli agenti lavorano solo chi ha importanti possibilità di spesa.

Lo scenario

«Non ci occupiamo più in centro di proporre mutui o finanziamenti – spiega Tania Morabito per La Reale Domus – vendiamo agli stranieri che hanno grandi liquidità. La locazione è quasi scomparsa, il dipendente medio con 1.400 euro al mese non ha più accesso. Per le giovani coppie l’unica è chiedere aiuto alle famiglie o vendere altre proprietà».

«Sì, ormai in città persino i frontalieri fanno fatica – dice Carmelo Carlino, titolare dell’omonima agenzia di servizi immobiliari di via Borgovico – Hanno buoni stipendi, ma qui parliamo di i canoni da 1.500 euro al mese. Non si trovano più gli appartamenti da 700, 800 euro. Con i giovani non lavoriamo più, dipende dal portafogli, ma in genere preferiscono spostarsi fuori». Cercano nella cintura urbana e per lavorare si spostano. «Faccio questo lavoro da vent’anni – spiega Fabiola Pezzullo dalla sua agenzia di via Conti Reina – gli affitti sono aumentati del 30% dopo la pandemia, il boom delle case vacanza ha sottratto parte degli immobili. La domanda è alta e l’offerta è ridotta. Servono due contratti indeterminati oppure un garante. Uno stipendio medio non ha grandi possibilità».

«Il quattro più quattro a casa della signora Maria per un infermiere o un insegnante non esiste più – racconta dall’agenzia “Severini” Giuseppe Chiarella – la redditività della casa vacanza è maggiore, con 1.400 euro di stipendio i conti non tornano. Nelle vendite i mutui sono al rialzo, le giovani coppie soffrono la concorrenza dei gruppi immobiliari e degli stranieri che acquistano subito e gonfiano il mercato».

Una famiglia normale ha tempi diversi, deve concordare un mutuo, visitare più case, la ricerca è lunga e oculata. L’atto dal notaio non si firma al volo. «La situazione era già critica prima del boom delle case vacanza – commenta il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli dalla sua agenzia immobiliare di via Milano – Adesso anche gli appartamenti piccoli, le vecchie case da ristrutturare, se hanno una buona posizione spariscono in tempi rapidissimi. Mentre una giovane famiglia ha bisogno di visitare la zona, concordare il mutuo, vendere altre proprietà. Qualcosa ancora si trova, sia chiaro, tra Rebbio e Albate è possibile risparmiare».

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