I sindacati e il caos Azienda sociale: «Senza sussidi 400 famiglie di Como»

Burocrazia Gli assegni d’inclusione non sarebbero stato pagati da Palazzo Cernezzi - Ma la vicesindaco Roperto nega: «Non devono più essere richiesti all’amministrazione»

Una questione meramente burocratica che sta però creando preoccupazione tra le persone più fragili che percepiscono l’Assegno di inclusione e che viene denunciata dai sindacati poiché riguarda «oltre 400 nuclei familiari a Como» mentre il Comune, con la vice sindaco Nicoletta Roperto fa sapere che il servizio è stato riattivato.

Andando con ordine, a far emergere il problema sono i referenti di Cgil (Alessandra Ghirotti), Cisl (Paola Gilardoni) e Uil (Dario Esposito) che, in una nota, spiegano come «nel mese di maggio si sono rivolte alle nostre sedi persone, residenti a Como, che percepiscono l’Assegno di inclusione, presentando una nota con la quale si indicava loro la sospensione del servizio, stante il mancato conferimento di relativa delega da parte del Comune di Como all’Azienda sociale».

Le tre sigle sindacali fanno presente di aver chiesto un incontro urgente all’assessorato comunale, guidato da Roperto. E aggiungono: «A distanza di un mese non si è avuto alcun riscontro alla richiesta delle organizzazioni sindacali confederali. Quello che ci preme sottolineare non è tanto il mancato riconoscimento del valore di un rispettoso e doveroso dialogo istituzionale con le rappresentanze sociali, ma il venir meno di una responsabilità di tutela proprio delle persone più fragili della comunità». Sottolineano come la questione vada collocata nella «ridefinizione dell’assetto di governance della programmazione sociale locale, per l’attuazione del Piano di zona dell’ambito di Como. Alla luce della mancata firma dell’accordo di programma da parte del Comune di Como, è dovuto subentrare nell’aprile scorso il Commissario ad acta nominato da Regione Lombardia per sbloccare la situazione. In fase di transizione, mentre l’ufficio di Piano si è trasferito presso il comune di San Fermo della Battaglia, capofila di ambito, è ancora l’Azienda sociale che, su delega dei Comuni eroga i servizi». E da qui la questione burocratica che, però, come spiegano i sindacati, sta creando disagi alle persone più fragili che, secondo i dati che loro stessi hanno fornito in base all’ultimo rapporto Inps, sono 1574 i nuclei familiari a percepire l’Assegno, di cui oltre 400 nel capoluogo. «Il sostegno economico erogato dall’Inps – sottolineano - deve essere accompagnato da un percorso personalizzato indirizzato all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Questo programma di interventi mirati, che rappresenta un livello essenziale delle prestazioni, è di responsabilità dei Comuni, che possono gestirlo attraverso gli ambiti, mediante delega. Sono proprio gli interventi di inclusione sociale che sono stati sospesi agli oltre 400 nuclei a Como». Concludono quindi definendo «inaccettabile questa situazione di incertezza che perdura dal mese di maggio» e ritenendo «necessario che venga data comunicazione relativa al ripristino dei servizi alle famiglie».

Dal canto suo il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Nicoletta Roperto spiega che la questione dovrebbe essere risolta.

«Comprendo la preoccupazione dei sindacati in relazione alla tematica dell’Adi – le sue parole - ma il Comune ha conferito il 13 giugno 2025 con determina dirigenziale l’incarico per la gestione del Servizio Adi all’Azienda sociale pertanto il servizio è stato regolarmente riattivato dall’Azienda. Invito pertanto tutti gli utenti a contattare direttamente l’Azienda sociale».

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