Comune di Como, ultimatum anche ai reduci: «Dieci giorni per lasciare la sede»

Associazioni d’arma Dopo la bocciofila e il Carducci anche genieri, bersaglieri e marinai. Il presidente: «Con l’amministrazione nessun dialogo, non ci restano che le vie legali»

Il Comune alle associazioni d’arma: «Avete dieci giorni per andarvene».

Di recente l’amministrazione comunale ha dichiarato guerra all’associazione Carducci, prima ancora alla bocciofila di viale Balestra, e con l’aumento degli affitti delle sale civiche tanti gruppi del terzo settore facenti parte del mondo volontariato si sono allontanati dagli spazi pubblici disponibili in città.

Ora con le associazioni d’arma si delinea un nuovo capitolo di scontro.

Infatti ieri alcuni rappresentanti degli ex combattenti e reduci hanno ricevuto via raccomandata dal Comune una diffida. «Io sono il rappresentante comasco dell’Associazione nazionale genieri e trasmettitori – spiega Enrico Varani – Il Comune ci ha diffidato e ci intima di lasciare la nostra sede dietro a via Balestra entro dieci giorni. In più ci chiede 3mila euro di spese. Noi abbiamo solo trenta soci, tutti anziani, l’amministrazione ci ha lasciato perfino senza luce».

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Il Comune vuole far partire i lavori di riqualificazione ai musei civici, con la mostra delle monete romane da allestire nell’ex chiesa delle Orfanelle. «Dopo un primo invito ad andarcene avevamo chiesto se non fosse possibile trasferirci nei vicini locali degli arditi in piazza Medaglie d’oro, ma niente – continua Varani - Non abbiamo grandi pretese e necessità, ma ci è stato proposto solo un locale tremendo e inagibile in piazza Mazzini, oppure la Cascina Masseé ad Albate dove però ci sono tante spese da sostenere».

Anche al presidente dei bersaglieri di Como Rodolfo Dolzan, cui è legata la fanfara, è arrivata la stessa identica comunicazione. «Ci hanno chiesto le chiavi - dice – più 3mila euro per l’uso dei locali, a loro dire, senza titolo. Questo Comune non ci sente, non ci trova un posto se non con affitti molto cari. Noi non siamo una ditta, siamo una memoria storica».

Il primo invito

Già nel 2018 le associazioni d’arma avevano ricevuto un invito a lasciare i locali, ma lo sfratto era rientrato dopo il saldo di alcuni debiti. Ora l’amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Rapinese intende avviare i cantieri e spostare le associazioni. «La lettera è arrivata a tutti e non ci restano che le vie legali – spiega Alessandro Pedrali, presidente del Comitato comasco associazioni d’arma – intendiamo rivolgerci prima al prefetto e al ministero della Difesa, cui noi facciamo riferimento. Lunedì abbiamo incontrato i dirigenti comunali, un dialogo senza esito e senza alternative. Se davvero vorranno cacciarci dalla città il 25 Aprile e il 2 Giugno di Como saranno molto meno partecipati e sentiti».

La raccomandata

Anche alla bocciofila è arrivata una raccomandata. «Non l’ho ancora ritirata – dice il presidente Renato Fumagalli – in base agli accordi dovevamo lasciare la sede solo alla partenza dei lavori. Ma la parte relativa ai campi da abbattere e al giardino è ancora ferma ad un progetto preliminare. Attendiamo una proposta per l’uso ad Albate della Cascina Masseé».

«È la Cascina dove abbiamo sede noi – dice Antonio Fiorito, presidente dell’associazione Marinai d’Italia – e a noi il Comune ha chiesto una somma ancora più ingente per le spese di luce e gas. Una cifra importante che però gli uffici dopo le nostre richieste stanno ricalcolando».

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