Covid, i primi vaccini a 19mila comaschi
La campagna parte da metà gennaio

Previste con l’anno nuovo le prime somministrazioni se il brevetto Pfizer otterrà il definitivo via libera - Precedenza a personale sanitario e ospiti di Rsa. Il commissario regionale Lucchini: cifre ancora da valutare

Pronti a vaccinare contro il Covid 19mila comaschi. Se i primi vaccini Pfizer riceveranno a fine mese l’autorizzazione dall’autorità europea e a stretto giro da quella italiana, i primi vaccini arriveranno in Lombardia per la metà di gennaio.

Il nostro territorio secondo le disposizioni governative deve essere operativo più precisamente dal giorno 15 del prossimo mese. La prima fase durerà tre mesi e andrà a coprire per primi gli operatori sanitari e gli ospiti anziani delle Rsa, compreso il personale al lavoro nelle strutture dedicate alla terza età. La popolazione eleggibile in Lombardia comprende 260mila persone, di questi 19mila sono comaschi. Più precisamente la richiesta di dosi, due per ciascuna persona, interessa 8mila sanitari lariani, tra medici, infermieri e operatori socio sanitari. Questi professionisti saranno vaccinati negli ospedali individuati come hub per stoccare i vaccini nei freezer a meno 80 gradi. Il Sant’Anna, l’ospedale di Cantù e l’ospedale di Menaggio.

A questi tre centri faranno riferimento anche gli altri presidi privati e accreditati. Da qui partiranno le dosi per raggiungere le 52 Rsa comasche. Per vaccinare sul posto 5mila ospiti anziani e 6mila lavoratori delle stesse strutture.

Questi sono i numeri comunicati dalla Regione all’organizzazione centrale affidata al commissario speciale individuato dal governo Domenico Arcuri. Dunque da metà marzo, entro il successivo trimestre, partirà la seconda fase più massiccia per vaccinare i pazienti fragili e gli anziani over 80. L’intenzione dei ministeri è coprire anche gli insegnanti e le forze dell’ordine. Quante persone a Como? «È presto per dirlo – spiega Giacomo Lucchini, il manager scelto dalla Regione per coordinare il piano sul territorio – per avere dei numeri precisi e delle stime occorre attendere le risposte del commissario speciale e declinare le necessità nelle realtà provinciali».

Anche perché dopo l’ok al vaccino Pfizer potrebbe arrivare a metà gennaio anche il benestare al vaccino Moderna, che peraltro non deve essere conservato a temperature così rigide, necessità per la quale la Regione ha già aperto un bando di gara.

In totale sono sei i vaccini opzionati dall’Italia giunti all’ultima fase di sperimentazione che potrebbero incrementare la disponibilità delle dosi. Per ora sono stati pubblicati i dati relativi al vaccino dell’azienda statunitense Pfizer.

Un presidio che garantisce una protezione contro il Covid del 95%, con un intervallo compreso tra il 90,3% e il 97,6% ai soggetti di età pari o superiore ai 16 anni. Si tratta di dati ormai ufficiali frutto di un articolo scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista The new England journal of medicine. Lo studio è stato condotto su 43.500 partecipanti, parte dei quali come controprova ha ricevuto solo un placebo. «Gli effetti collaterali osservati – si legge nel documento - sono dolore a breve termine, da lieve a moderato, al sito di iniezione, affaticamento e mal di testa. L’incidenza di eventi avversi gravi è stata bassa e simile nei gruppi vaccino e placebo».

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