
Cronaca / Como città
Mercoledì 24 Settembre 2025
Croce Rossa, conti finalmente a posto: «Ma ora ci serve una nuova sede»
Associazioni Il nuovo commissario: «Qui c’è voglia di fare, contiamo di potenziare il 118 - Ora però serve una casa nuova per i nostri volontari con più spazio per automezzi e ambulanze»
«I conti sono in ordine, ma ci serve un’altra sede». Si è ufficialmente insediato il nuovo commissario straordinario della Croce Rossa di Como, Emilio Ghiringhelli, in arrivo da Milano nord inviato dal comitato regionale e nazionale per sostituire i precedenti vertici, travolti questa estate dalle segnalazioni relative alla mala gestione del centro migranti di via Oltrecolle.
«Ho trovato un gruppo molto ben organizzato – spiega il commissario –, vivo, con tanta voglia di fare e di tornare presto a respirare aria buona. Quel che più mi preme è che il concordato finanziario per risanare i bilanci vada avanti, dopo il precedente commissariamento. Ho controllato i conti e sono in ordine. Abbiamo ceduto ai Comuni la sede di San Fedele d’Intelvi, quella di Lipomo è passata al comitato nazionale. Dunque adesso possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità. Abbiamo già le liquidità per saldare le rate di fine anno».
Se tutto va bene però il concordato andrà avanti fino al 2028, il comitato deve ancora affrontare sacrifici importanti per saldare tutti i debiti per diversi milioni di euro nei confronto dei creditori. Basti dire che in meno di un lustro la Cri comasca è passata dal contare 76 dipendenti agli attuali 29, ora sei di loro devono decidere se rientrare a Como o restare a San Fedele.
Dopo il buchi lasciati nel bilancio e dopo il campo per stranieri interessato da controlli e contestazioni c’è scoramento tra i volontari. In più dopo quest’ultimo commissariamento la gestione del centro migranti, un lavoro da 50mila anche 60mila euro al mese, è passata in capo al comitato nazionale aprendo una questione anche di tipo economico. Il numero di ospiti in questi giorni è stato molto ridimensionato, passando da via Oltrecolle c’è meno via vai.
«Perdere un lavoro spiace, tanto più se relativo all’accoglienza, ma questa è una scelta fatta internamente alla Cri e io devo rispettarla – dice Ghiringhelli –. Pur senza la gestione dei migranti comunque riusciremo a rispettare il concordato, quel servizio stando a quanto pattuito con il tribunale era lo stesso in scadenza entro fine anno. Noi invece contiamo di potenziare il 118. Abbiamo fatto le gare e ci siamo proposti per tre servizi invece di due. Uno per dodici ore in compartecipazione con la Croce Azzurra, come già accade oggi. Un secondo aggiuntivo sempre di dodici ore gestito da noi. E l’h24 giorno e notte da Lipomo. Ed è proprio per questo che abbiamo bisogno di una nuova sede, visto che ormai abbiamo ceduto l’immobile di via Oltrecolle al nazionale dove pure abbiamo conservato una presenza. Serve però dare una casa ai volontari e abbiamo bisogno di spazi per mezzi e ambulanze. Il centro di via Italia Libera, in città, è prestigioso e istituzionale, ospita tante iniziative, ma è in una zona trafficata e senza tanti metri quadrati, logisticamente non basta».
La Cri sta sondando alcune soluzioni limitrofe alla città, per la verità da diversi mesi e senza esito, è stato chiesto anche aiuto alle vicine amministrazioni comunali. E’ questa, dice Ghiringhelli, una delle principali esigenze. «Vogliamo lavorare bene, passato l’ennesimo tsunami dobbiamo rimetterci in piedi, c’è gente brava qui – spiega il commissario – tanti volontari e tanti ex sono rimasti e stiamo collaborando, il passaggio di consegne è avvenuto in un clima sereno con buoni rapporti».
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