Croce Rossa, emorragia di soci. E sulle espulsioni sale la tensione

Comitato di Como In due anni perso un terzo dei volontari tra la città, Lipomo e San Fedele. A incidere sul calo l’addio al Giro d’Italia, che attirava decine di persone, e il taglio dei servizi

Mentre il commissario del Comitato di Como della Croce Rossa, Alberto Piacentini, in una mail ai volontari se la prende con «quel manipolo di detrattori che dal mio insediamento hanno continuato a diffamarmi», l’associazione di via Italia Libera raggiunge il livello più basso di volontari almeno dall’anno del Covid a oggi. A sancirlo sono i dati ufficiali della stessa associazione e la mail inviata al giornale proprio dal commissario straordinario, che ha parlato di «oltre 500» volontari. Bene, lo scorso anno - bilancio sociale 2022 alla mano - i volontari erano 646. E l’anno precedente, addirittura, 806.

Il crollo dei volontari

Secondo i dati che siamo riusciti a reperire, a dicembre il conto di soci - che poi sono i volontari, che devono garantire un apporto minimo mensile di servizi per conservare lo status - era di 530. Fatti due conti, significa che negli ultimi due anni il Comitato di Como ha eroso un terzo della sua forza: le persone che prestano gratuitamente servizio per aiutare gli altri.

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L’evoluzione dal 2020 è la seguente: 723 soci nell’anno del Covid, saliti a oltre ottocento l’anno successivo, poi scesi a 646 («una decisa decrescita a causa dell’invio di perdite qualifica ai soci che non hanno svolto attività e pagato la quota come da regolamento», si legge nel bilancio sociale 2022) e a dicembre arrivati a 530. Un ulteriore calo causato anche dai molti servizi disdetti dai vertici nel corso dello scorso anno, a partire dall’appalto per l’assistenza al Giro d’Italia e in generale alle gare ciclistiche organizzate da La Gazzetta dello Sport.

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Con l’inizio dell’anno nuovo, poi, i conti potrebbero essere ulteriormente al ribasso. Questo perché il commissario ha inviato almeno una decina di lettere di espulsione ad altrettanti volontari, contestando loro il mancato rispetto dello statuto, che prevede che i soci siano «persone fisiche che abbiano compiuto 14 anni di età che svolgono in maniera regolare, continuativa e senza scopo di lucro un’attività di volontariato per la Croce Rossa e versano la quota associativa annuale».

Le espulsioni

Dalle verifiche compiute dai vertici di via Italia Libera, è emerso che almeno una decina di volontari non avrebbe svolto la quantità minima di servizi mensili previsti per il mantenimento dello status di socio. Da qui le lettera di espulsione.

Questo ha creato non pochi malumori e mal di pancia, all’interno del Comitato di Como della Croce Rossa. Molti degli espulsi hanno impugnato il provvedimento. Anche contestando il fatto di non essere stati messi nelle condizioni di fargli quei servizi, pur avendo dato la loro disponibilità. Il sospetto di alcuni è di essere stati messi alla porta perché critici verso la politica gestionale dell’attuale commissario, che dal canto suo parla di provvedimenti obbligati.

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