Dai sanitari agli autisti, servono ancora alloggi: «Avanti con i bandi»

L’emergenza Aler prova ad ampliare l’offerta in città - Sul piatto anche quattro appartamenti per studenti. Rimane il nodo delle abitazioni per infermieri sul lago

Case pubbliche per le forze dell’ordine, gli autisti, adesso anche gli studenti e poi tocca agli infermieri.

Aler prosegue, come da intenzioni della Regione, nella pubblicazione di bandi per assegnare alloggi a canone calmierato al ceto medio, a partire dai lavoratori statali. È già stato affidato tramite la Prefettura un pacchetto di 18 appartamenti in città per le forze dell’ordine, tra vigili del fuoco, polizia e carabinieri in via Cecilio. Grazie alla Fondazione Scalabrini è stata data disponibilità di altri appartamenti privati o di enti caritatevoli per periodi limitati di tempo agli autisti dei bus di Asf, in attesa di altri bandi pubblici.

Con l’Asst Lariana è in corso un confronto per individuare qualche decina di abitazione nel capoluogo e tra Cantù e Mariano Comense, ad uso dei sanitari giunti da fuori che prendano servizio negli ospedali. L’offerta c’è, il nodo riguarda i piccoli lavori di ristrutturazione da fare prima di entrare in casa, si tratta di sistemazioni comuni, non di grandi cantieri. Queste opere sarebbero però a carico dei sanitari, ma in cambio di canoni a basso costo con contratti fino a 15 anni ulteriormente prorogabili per dieci anni. L’intenzione, già discussa in primavera, è tornata nei giorni scorsi al centro del dialogo tra i due enti pubblici. Manca invece la disponibilità di case per i sanitari sul lago.

Sulla stessa linea d’onda Aler ha appena pubblicato un bando di «locazione alloggi per studenti di Como e provincia». Sono quattro appartamenti, tre in cima a via Tommaso Grossi al civico 47, mentre uno è a Cernobbio. Gli affitti variano dai 300 euro al mese per l’appartamento più piccolo, fino a 610 euro per quasi 90 metri quadrati. Sono sempre 15 anni più dieci. L’assegnazione non avviene direttamente agli studenti, ma si passa dagli enti di formazione interessati, «associazioni senza scopo di lucro e istituzioni con finalità statuarie a carattere educativo».

Occorre dire che le università cittadine, compresa una presenza del Politecnico di Milano, dispongono di studentati e sistemazioni per fuorisede, invece l’offerta post diploma, ma anche la ricerca scientifica post laurea, fatica a trovare alloggi in città per ospitare accademici.

Regione e Aler dunque proseguono con l’intento di riconoscere un numero crescente di case pubbliche ai lavoratori che, come dice l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco, «fanno funzionare il nostro sistema». Offrendo a tempo determinato questa opportunità a una fascia sempre più importante della popolazione altrimenti esclusa dal costoso mercato delle abitazioni, con gli affitti e il metro quadrato spinti dalla bolla turistica. D’altro canto Aler e Regione hanno deciso di non dare più soltanto la priorità ai nuclei indigenti, sotto ai 3mila euro di Isee, spesso con morosità e senza la prospettiva di uscire dagli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica.

Infine non ha avuto successo il bando per affittare case di lusso in pieno centro storico a prezzi di mercato, senza sconti insomma. Solo due appartamenti su tredici sono stati assegnati, l’intento di Aler era incassare somme cospicue da reinvestire poi nella ristrutturazione di tutto il patrimonio abitativo altrimenti chiuso e vuoto.

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