
Cronaca / Como città
Lunedì 25 Agosto 2025
Degrado a vista al Politeama e ora è diventato anche un rifugio
La denuncia Tracce di intrusione tra sacchi a pelo, resti di cibo e sporco. E la struttura è sempre più fatiscente
Grate divelte, intonaco a pezzi, sacchi a pelo abbandonati, cibo e altri segni di intrusione: si presenta così ai visitatori che approdano a Como da tutto il mondo la struttura dell’ex cine teatro Politeama, chiuso da ormai vent’anni.
Le condizioni attuali
Le condizioni dell’edificio sono notoriamente gravi, ma il suo destino sembra più incerto che mai ora che la struttura è tornata nelle mani del Comune, che ha però deciso di destinarlo alla vendita non appena si presenterà qualcuno disposto a pagare (la base d’asta è di circa 4 milioni di euro) per rimetterci mano da cima a fondo.
Oggi, il Politeama si presenta in condizioni sostanzialmente fatiscenti ai cittadini ma anche ai turisti che approdano a Como via rotaia, scendendo dal treno alla stazione di Como San Giovanni e trovandosi così, quasi a sorpresa, davanti all’ex cineteatro. E non sono pochi in effetti quelli che, sfilando in via Gallio spesso con trolley al seguito, si fermano per gettare un’occhiata oltre le grate che ne impediscono l’accesso. Grate che, peraltro, riportano i segni di una o più intrusioni. Una delle sezioni infatti sembra forzata e divelta per permettere l’accesso all’interno dell’area prospiciente l’ingresso (questo ancora blindato) della struttura. Qui infatti si scorgono avanzi di cibo, scatolette di cartone, sacchetti, bottiglie di plastica e di vetro, ma soprattutto almeno due sacchi a pelo, segno tangibile che l’edificio abbandonato a sé stesso è diventato casa per qualcuno.
Le difficoltà di vendita e recupero
Una casa più che centenaria (fu edificato nel 1909) e tuttavia molto pericolosa se si considera che la struttura è a rischio di crollare su sé stessa soprattutto per l’impermeabilizzazione del tetto che sembra essere venuta meno. Sulle facciate dell’edificio a quattro piani non è raro vedere impalcature, posizionate proprio per evitare eventuali distacchi di materiale. Il rischio è proprio quello che la struttura - acquistata dal Comune all’asta il 30 novembre 2022 per andare a risolvere in via definitiva la questione delle quote parcellizzate che aveva sempre creato problemi sia per una eventuale vendita che per un possibile recupero - giunga a un livello di degrado senza via di ritorno. Solo per il restauro è stata ipotizzata negli scorsi mesi una spesa pari a 20milioni di euro. Un tema, questo, che rende complessa la vendita dell’edificio stesso, considerando anche i vincoli monumentali e ambientali a cui è sottoposto.
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