Due mesi di attesa per un posto in Rsa e rette alle stelle

Terza età Sono circa 6.500 le domande ancora inevase mentre i prezzi salgono ancora, fin o a 5mila euro al mese. Intanto gli over 75 in provincia superano gli under 14

Como

Più di due mesi d’attesa, a essere fortunati, per trovare un posto letto in una Rsa.

Tante famiglie faticano a trovare assistenza per la cura degli anziani, a casa come nelle residenze.

Da ormai due anni sindacati e associazioni del settore continuano a denunciare liste d’attesa sempre più lunghe, con migliaia di domande in coda e un’occupazione che nelle Rsa di Como sfiora il 99%.

Il problema principale è trovare una sistemazione in tempi stretti, con una certa urgenza, quando invece l’attesa media è in breve tempo più che raddoppiata. Alla Ca’ d’Industria, in tutte le strutture cittadine, nel 2022 in media ogni famiglia prima di entrare doveva aspettare 18 giorni, usciti dalla pandemia i posti non mancavano. Quindi nel 2023 siamo saliti a 22 giorni d’attesa e poi nel 2024 in media i giorni d’attesa per riuscire a trovare un posto sono arrivati a quota 54. Il 2025 ha visto un ulteriore incremento delle domanda in arrivo a tutte le Rsa. Dunque è lecito pensare che la soglia dei due mesi d’attesa sia ormai stata superata.

«Questo è un indicatore medio, poi dipende da molti fattori – precisa Marisa Bianchi, direttore generale della Ca’ d’Industria – per esempio lo stato di salute del nuovo ospite, chi ha l’Alzheimer potrebbe avere maggiori difficoltà. Gli uomini storicamente attendono meno in ragione delle minori domande e del maggiore ricambio. Molto conta anche dalla disponibilità della famiglia di muoversi e spostarsi».

Il nodo dei costi

Se i parenti presentano molte domande anche ai confini della provincia hanno maggiore speranza di ricevere risposte positive. Infatti circa due terzi delle liste d’attesa sono in realtà domande multiple, ma pur scremando il dato le richieste sono in continuo aumento. Oggi in tutto il Comasco contiamo nelle Rsa poco più di 6.500 richieste non evase, questo stesso numero prima della pandemia e superato il Covid si aggirava attorno a 4.500. Adesso nelle sole strutture cittadine ci sono in lista d’attesa quasi 600 domande, nella primavera del 2024 erano 300.

Il tutto con dei costi sempre più alle stelle, le rette al mese vanno in media da un minimo di 2.400 euro a un massimo, sempre in media, di 2700 euro. Nell’ultimo triennio le rette sono aumentate di circa 250, anche 300 euro. Per sbloccare in fretta un posto in solvenza si arrivano a pagare cifre non sostenibili per le famiglie, anche 4mila, 5mila euro.

Alla base di questo aumento dei volumi che pesano sulle Resa c’è di certo un fattore demografico. Nella popolazione di Como e provincia da ormai dodici mesi è avvenuto uno sbilanciamento silenzioso, ma che ha importanti ricadute sociali e anche economiche. I cittadini residenti over 75 hanno superato gli under 14.

Un cambio di rotta

Sindacati come la Cisl premono per un cambio di rotta nella gestione delle Rsa e più in generale dei servizi per la cura degli anziani. «Quello della non autosufficienza per gli anziani è un tema che deve essere messo all’ordine del giorno nell’agenda politica – così ha dichiarato la segretaria della Cisl Lombardia, Roberta Vaia - vanno prese decisioni che affrontino il problema della mancata regolamentazione del settore. È necessario intervenire con azioni che vadano verso una gestione ottimale delle liste di attesa e verso l’introduzione di un contenimento della compartecipazione degli utenti».

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