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Il dibattito I dirigenti comaschi contro il progetto del ministro Valditara. Pareri contrastanti, invece, sull’arresto in caso di aggressione ai prof
Como
Consenso preventivo dei genitori per svolgere ore di educazione sessuale a scuola e arresto in flagranza per chi picchia i professori. I due schemi di disegno di legge annunciati dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara accendono il dibattito.
«Innanzitutto reputo che un eccesso di interventi legislativi, soprattutto se incentrati su un inasprimento delle pene, non sempre produca un reale cambiamento culturale – è il pensiero di Gaetana Filosa, preside della Da Vinci-Ripamonti - È innegabile che nelle scuole si registri una crescente aggressività, anche da parte dei genitori, ma non sono convinta che la minaccia di sanzioni più severe sia una via efficace. Ritengo fondamentale un lavoro profondo e collettivo sulla cultura del rispetto: rispetto del ruolo dell’insegnante, rispetto delle regole della convivenza civile e, in generale, della corretta relazione tra le persone». E per quanto riguarda l’educazione sessuale? «Nella scuola secondaria si tratta prevalentemente di un percorso legato all’affettività, al rispetto del corpo, alla costruzione dell’identità e alla prevenzione dei comportamenti a rischio. In questo senso - dice la preside - mi chiedo quale sia il bisogno di subordinare tali percorsi al consenso informato dei genitori. La scuola deve poter svolgere liberamente il proprio compito educativo anche su questi temi, in coerenza con la propria funzione formativa».
«Noi informiamo i genitori che nel nostro istituto è attivo un progetto di educazione all’affettività – evidenzia Nora Calzolaio, preside del Pessina - credo che in un momento come questo in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno e i ragazzi spesso non riescono a rapportarsi a emozioni intense e accettare i rifiuti, l’educazione all’affettività sia importante. Riguardo l’altro tema, sono sempre più frequenti episodi di violenza nei confronti dei docenti, verbale ma anche fisica. La violenza è un reato e in quanto tale comporta una sanzione, in questo caso scatta l’arresto in flagranza. Purtroppo queste situazioni si verificano all’interno della scuola. La figura del docente è sempre più svalutata nella società».
Nicola D’Antonio, preside del Giovio, spiega che «ogni progetto di educazione sessuale o, meglio, all’affettività è approvato sempre dagli organi collegiali e gli esperti sono individuati tramite bando. Tutti i controlli sono a più livelli. Per vari anni il Giovio ha collaborato con il consultorio La famiglia di Como, dall’anno scorso si è occupato del progetto il dipartimento di scienze, che ha collaborato alla stesura dei bandi per gli esperti, medici e psicologi conosciuti in provincia e rigorosissimi, il consiglio d’istituto e i genitori non hanno mai, mai eccepito. Le scuole non progettano a cuor leggero, per questo non condivido l’obbligo da parte dei singoli genitori di autorizzare, questi progetti hanno valenza didattica e sono indifferentemente rivolti a tutti gli studenti obbligatoriamente. L’autonomia scolastica consente controlli a più livelli già ora».
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