Esami e visite, beffa prenotazioni
I posti ci sono ma il sito dice di no

Agende diverse che non “si parlano” e una generale mancanza di trasparenza - Niente disponibilità via telefono e web, di persona invece sì. I medici: «Così non va bene»

Gli appuntamenti per esami e visite all’ospedale proprio non si trovano, online e nemmeno tramite call center. Anche se poi, presentandosi agli sportelli di persona, un posto salta fuori.

Nell’era dell’informatica e della rivoluzione tecnologica il sistema di prenotazione regionale per i servizi sanitari fa acqua da tutte le parti.

Il doppio binario

Sul fascicolo sanitario elettronico è possibile consultare un lungo elenco di disponibilità per fissare esami e visite. Peccato che queste opzioni siano spesso fittizie, non aggiornate, svaniscano una volta inseriti gli estremi della ricetta. A volte compaiono solo piccole realtà private, mentre non figurano i principali ospedali comaschi. L’alternativa è chiamare il call center regionale, ma anche gli operatori telefonici hanno un accesso limitato e non possono fissare appuntamenti oltre la scadenza della prescrizione medica, che però viene quasi sempre disattesa. I cittadini possono anche chiamare direttamente i singoli presidi sanitari, trascorrendo ore alla cornetta. Anche se poi, per esempio al Sant’Anna, non risponde mai nessuno.

E allora in barba alla pandemia l’unica strada è andare di persona al centro unico di prenotazione, presentarsi agli sportelli dell’ospedale. A volte funziona. Per una visita oculistica un nostro lettore aveva trovato posto online solo a Varese dovendo attendere mesi, quando all’Asst Lariana il primo spazio utile risulta essere al 17 giugno a Mariano Comense. Invece ieri agli sportelli del Sant’Anna ha trovato posto per marzo. Esistono insomma agende diverse, che non parlano tra loro, con disponibilità che non possono essere fruite dai cittadini e con una generale mancanza di trasparenza. E sono anni che in Lombardia si parla di “agenda unica”.

Favorire l’offerta privata

«Complice la pandemia oggi sicuramente c’è una scarsità di appuntamenti a disposizione negli ospedali – commenta Massimo Monti , segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale – tale da non rispondere all’effettiva necessità della cittadinanza. Il sito regionale e il call center hanno un’agenda limitata perché gli ospedali tengono una quota di prestazioni per la loro domanda interna, per i loro pazienti e per il loro centro di prenotazione. Certo l’online oggi andrebbe potenziato, andrebbe sviluppato e aperto ai cittadini e a noi medici di famiglia. Ci sono tante possibilità informatiche e tecnologiche. Anche perché così facendo, non riuscendo a trovare un posto, il sistema finisce per favorire l’offerta privata».

Non succede per tutte le prestazioni, sia chiaro, il problema c’è per alcune specialità, per alcuni esami diagnostici. «Anche noi medici conoscendo dei colleghi gentili in ospedale cerchiamo di aiutare i nostri pazienti – dice ancora Monti – ma è un arrangiarsi, non è così che dovrebbe andare. In teoria l’unica arma che abbiamo noi medici è la priorità. La scadenza massima per riconoscere la prestazione. Peccato che le scadenze urgenti e brevi non vengano più considerate, già prima del Covid le priorità indicate venivano spesso disattese».

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