Ex ospedale: rischio Ticosa, lavori a rilento

Via Napoleona Solo una ruspa e un camion al lavoro per la bonifica del padiglione GB Grassi al vecchio Sant’Anna. Cassa Depositi e Prestiti vorrebbe vendere, ma mancano ancora alcune certificazioni. Se ne riparlerà a settembre

Como

Demolizioni e bonifiche in corso all’ex GB Grassi, la Cassa depositi e prestiti conta di arrivare alla vendita entro settembre. Ieri mattina i cancelli del vecchio sanatorio erano aperti, all’interno dell’area un camion e una ruspa stavano rimuovendo detriti e lamiere oltre gli spazi un tempo adibiti a portineria.

Le opere in corso

Lo scorso autunno, passati più di dieci anni dall’acquisizione del bene dal Sant’Anna, il fondo proprietario del compendio immobiliare ai piedi del vecchio ospedale ha deciso di avviare dei lavori preliminari per mettere a posto le carte in vista di una possibile cessione ai privati. In parallelo è stato necessario anche avviare una bonifica, per il risanamento di materiali non più idonei. Inoltre alla Cassa depositi, essendo il bene sottoposto al vincolo delle belle arti, è stato chiesto da parte della Sovrintendenza di demolire alcuni manufatti edificati nel corso dei decenni e non più rispondenti alle normative. Effettuati gli approfondimenti tecnici del caso, tolti questi elementi non più congrui, la proprietà conta di ottenere una regolarizzazione edilizia così da mettere sul mercato il GB Grassi. Le prime previsioni immaginavano di arrivare alle certificazioni necessarie entro la primavera, adesso, ripresi i lavori a inizio maggio, i tempi si sono spostati a settembre.

Un ritardo non così importante se si pensa che l’ex sanatorio è stato venduto dall’attuale Asst Lariana dieci anni fa per 4,5 milioni, ma che è di fatto abbandonato da un quarto di secolo, l’ultima attività qui presente era il servizio per le dipendenze. Il futuro? In teoria le destinazioni possibili prevedono attività turistiche, congressuali, con varianti per realizzare residenze per anziani, luoghi di formazione e domicilio di operatori sanitari. Nel 1925 la prima autorizzazione del GB Grassi era quella di istituto climatico, poi all’ex sanatorio l’azienda ospedaliera ha aggiunto nel corso dei decenni funzioni sanitarie e residenziali.

Certo, attualmente gli edifici dismessi nei 10.300 metri quadrati dell’area oggi non sono in buono stato. Entrando dal cancello principale il luogo è intanto è presidiato da telecamere e allarmi, ma l’edificio centrale ha alcune finestre aperte, la porta a lato è rotta e non è impossibile sbirciare all’interno per avere contezza della desolazione che regna nell’ex sanatorio. La vegetazione avvolge il grande stabile alle spalle, verso la montagna, non distante un campanile e una chiesetta sono recintati da reti arancioni e dei cartelli avvisano del possibile crollo.

Tutto fermo sul resto dell’area

Questo comunque è di fatto l’unico pezzo dell’ex Sant’Anna che è stato ceduto e che può ambire ad una rigenerazione urbana. In attesa che la Regione decida del domani anche del vecchio ospedale di via Napoleona, dove diversi grandi edifici che un tempo ospitavano i reparti migrati a San Fermo della Battaglia da un decennio continuano ad deteriorarsi. L’ultima asta andata deserta con base d’asta a 22 milioni risale al 2017, poi l’area doveva essere spacchettata e suddivisa, ma nessun passo avanti è stato fatto. Negli anni i vertici dell’ospedale hanno cercato di irrobustire le attività sanitarie e socio sanitarie all’interno delle casa di comunità, molti caseggiati però restano vuoti.

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