«Fate come noi e vaccinatevi»
Ma a Como c’è anche chi dice no

Tanti operatori scettici, soprattutto nelle case di riposo - De Filippis (farmacisti): «Un dovere per chi è in prima linea. E auspico che tutti i colleghi lo facciano senza timori»

«Bisogna avere fiducia nella scienza». E ancora: «È dovere per gli operatori sanitari vaccinarsi». Sono solo due delle frasi pronunciate da coloro che, domenica, si sono sottoposti per primi alla vaccinazione anti Covid al Sant’Anna.

Ma, soprattutto dalle case di riposo, arrivano diverse voci che vedono diversi operatori aver già fatto presente la propria contrarietà al vaccino, cosa che apre scenari molto delicati, visto anche che si tratta di persone sempre a stretto contatto con anziani e persone fragili. Una manciata di giorni fa, al don Guanella, aveva dato l’assenso alla vaccinazione il 60% del personale sanitario. Questo significa un 40% di contrari, ma le adesioni sono ancora in corso di raccolta. E lo stesso sta avvenendo in altre strutture, con i sindacati che vengono contattati dal personale per avere delucidazioni in merito all’obbligatorietà (al momento non è prevista) o meno della vaccinazione.

Le strutture potrebbero però introdurla come condizione per poter lavorare, ma sulla questione ci sono tanti temi aperti a livello nazionale con pareri contrastanti di giusti, ma anche all’interno dello stesso Governo. Chi domenica ha scelto di sottoporsi alla vaccinazione non ha dubbi sull’utilità con l’obiettivo di sconfiggere il virus. «Mi sento benissimo, anzi mi sento anche meglio di prima poiché si prova un senso di soddisfazione piacere nel poter anche essere di esempio agli altri - racconta il dottor Giuseppe De Filippis, presidente dell’ordine dei Farmacisti e nel primo gruppo dei cinquanta vaccinati domenica - . Dopo 50 anni di professione, posso dire senza alcun dubbio che le vaccinazioni sono state una delle più grandi scoperte nel campo della medicina, spesso risolutive per tante malattie». E agli scettici, che sono ancora molti, dice: «Il vaccino è stato validato dai due enti di controllo più importanti del mondo, dall’agenzia del farmaco americana e da quella europea. Questo deve essere una garanzia. Nessuna remora o paura, è assolutamente consigliabile che tutta la popolazione possa accedere al vaccino quanto prima». Poi aggiunge: «Nessun timore perché i vaccini hanno una storia di quasi cento anni e quindi anche questo produrrà il suo effetto. Abbiamo malattie oggi praticamente scomparse grazie ai vaccini, come la poliomelite, la tubercolosi. Bisogna fidarsi della scienza e devo dire che domenica ho visto un’organizzazione esemplare: abbiamo già la prenotazione per il richiamo, che faremo il prossimo 18 gennaio». E lancia anche un appello ai suoi colleghi: « Chi è in prima linea, come noi che abbiamo la porta aperta a tutti, penso che si debba sentire in dovere di sottoporsi alla vaccinazione».

Nel frattempo ieri il presidente dell ordine dei Medici Gianluigi Spata (anche lui si è vaccinato domenica) ha inviato una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana chiedendo alla Lombardia «di garantire la priorità di vaccinazione anti-Covid a tutti i medici impegnati a tutela della salute, inclusi i medici liberi professionisti e gli odontoiatri, anche sulla base di provvedimenti analoghi che ci risulta stiano prendendo altre regioni italiane».

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