Fondi a medici e infermieri, Alessio Butti contro Bertolaso: «Muro di gomma da Roma? Si informi»

La fuga in Svizzera Il sottosegretario replica alla Regione: «Tema noto e prime misure prese». Gli ospedalieri: «Organici carenti, schierino i medici di base». Ma i colleghi: «Impensabile»

«Sull’indennità di confine per i medici non c’è nessun muro di gomma da parte del governo». Il sottosegretario Alessio Butti replica così all’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. In visita per la prima volta al Sant’Anna l’assessore titolare della sanità aveva promesso a medici e infermieri una indennità di confine, per frenare la fuga verso la Svizzera, dove i sanitari guadagnano tre volte di più. Bertolaso, testimoniando il suo impegno, ha riferito alla stampa che «chi siede negli uffici di Roma, nei ministeri, non capisce questi argomenti, c’è un muro di gomma. Ma io i corridoi romani li conosco bene e so districarmi. Quindi sono convinto che porteremo a casa dei risultati».

Ieri la replica da Roma del sottosegretario lariano Alessio Butti (Fratelli d’Italia, molto vicino alla premier Giorgia Meloni). «La questione dell’indennità di confine non è solo un problema legato ai medici e agli infermieri, Bertolaso dovrebbe saperlo – commenta - Da decenni il territorio sul confine chiede agevolazioni in ragione della peculiarità geopolitica ed economica e non è mai arrivato nulla, ripeto nulla. Ci sono aziende che espatriano per godere di regimi fiscali migliori, professionisti che varcano il confine perché meglio pagati e meno impegnati, operatori del turismo che fanno altrettanto e la nostra economia ne paga le conseguenze». Una indennità la chiedevano anche gli insegnanti in Alto lago.

Secondo Butti una disparità nella retribuzione poi vuol dire mettere mano alla contrattazione collettiva, un passo complicato. Per l’esponente di Fratelli d’Italia «non bastano slogan e bacchette magiche» e nemmeno qualche centinaio di euro per colmare la distanza con gli stipendi svizzeri.

«Il problema dei sanitari mal pagati e scarsamente gratificati è noto al ministero della Salute, il governo infatti ha previsto una indennità per i medici di Pronto soccorso da 10mila euro lordi l’anno e il riconoscimento della professione usurante»

«Comunque il problema dei sanitari mal pagati e scarsamente gratificati, indipendentemente dal confine, è noto al ministero della Salute – dice ancora Butti - il governo infatti ha previsto una indennità per i medici di Pronto soccorso da 10mila euro lordi l’anno e il riconoscimento della professione usurante per le prestazioni aggiuntive, si passa da 60 a 100 euro l’ora. Forse Bertolaso non conosce queste misure di recente approvazione. Non si può banalizzare un problema serio e cronico. Non c’è nessun muro di gomma».

I camici bianchi

La sanità ha bisogno di un riassetto, occorre lavorare sulla formazione dei neolaureati, sulla rete dei medici presenti sul territorio. Non si può parlare solo di stipendi. «Vanno bene gli incentivi, ma governo e Regione dovrebbero avere il coraggio di far diventare dei dipendenti i medici di famiglia – suggerisce Michele Nicastro, segretario provinciale di Cimo, sindacato medici ospedalieri – così che possano occuparsi dei codici lievi, bianchi e verdi, liberando i Pronto soccorso intasati. Oggi da libero professionisti possono dire di no».

«Ma siamo troppo pochi, non teniamo testa nemmeno più ai nostri assistiti – replica Giuseppe Enrico Rivolta, segretario regionale di Snami, sindacato autonomo medici italiani – un ambulatorio su tre in provincia è vuoto. Comunque per quanti riguarda l’indennizzo di confine non mi farei troppe illusioni. In passato se n’è parlato più volte e non si è mai arrivati al dunque».

© RIPRODUZIONE RISERVATA