Frana di Civiglio: «Strada riaperta
entro fine anno»

La promessa Il primo cittadino detta i tempi per i lavori. Via chiusa dal maggio 2023, ma Rapinese dice: «Dove metto mano risolvo»

Como

Dopo le polemiche e le contestazioni in consiglio comunale da parte degli abitanti di Civiglio, che da metà maggio dello scorso anno si trovano con la frazione divisa in due dalla chiusura di via Dei Partigiani, dovuta a uno smottamento di un terreno privato, il sindaco Alessandro Rapinese è tornato a parlare della vicenda. In diretta su Etv ha fornito le tempistiche sulla possibilità di vedere riaperta completamente la strada e, almeno in via provvisoria, una corsia. Quest’ultima possibilità – se non ci saranno ostacoli di natura tecnica – potrebbe concretizzarsi tra fine maggio e inizio giugno, quando dovrebbe anche essere pronto il progetto esecutivo dell’intervento che realizzerà Palazzo Cernezzi per poi andare a presentare il conto (a cinque zeri) al privato che non aveva adempiuto all’ordinanza di messa in sicurezza predisposta dal Comune la scorsa estate.

I lavori

Il primo cittadino ha chiarito che i lavori effettivi «inizieranno in una forbice ampia tra agosto e fine settembre in base a come andranno le gare» e che dureranno «due, tre mesi». Questo significa che si concluderanno in autunno inoltrato. «Quello che ribadisco – ha aggiunto – è che sarà un intervento definitivo, quindi fossero anche quattro mesi, non voglio che poi succeda altro. Nel 2014 a maggio c’era stata una prima frana e a novembre un’altra e l’amministrazione comunale di allora sistemava un pezzettino per volta. Noi abbiamo parlato con i privati, adesso interveniamo ma quando avremo concluso sarà per sempre». Ha inoltre precisato che «quando si fa il dip (il documento di indirizzo progettazione, ndr) si ipotizzano date. Nel caso specifico nella prima relazione fatta dal privato c’era da rimuovere una superficie di un metro, invece i metri sono quattro. La fase di progetto è comunque durata due mesi e mezzo in meno rispetto al 2014. Dove metto mano risolvo, contrariamente a chi mi ha preceduto e abbiamo guardato tutti i terreni».

E ancora rispetto a quanto fatto dalla Provincia in Val Cavargna con il presidente Fiorenzo Bongiasca che aveva attaccato il Comune su Civiglio, Rapinese ha voluto sottolineare che «innanzitutto in Val Cavargna era un terreno pubblico mentre a Civiglio il terreno è privato e inoltre là hanno usato la dinamite, cosa che noi non possiamo fare essendoci le case vicino».

«Non è colpa mia»

Il primo passo, comunque, dovrebbe essere quello di una riapertura parziale nell’arco di un mese circa. «A noi ora interessa cercare di aprire in un senso di marcia, in discesa – ha concluso –. Sia chiaro comunque che mi spiace per quello che è successo, ma Civiglio non è isolata e se il verde di un privato è franato non è certo colpa mia».

I lavori di messa in sicurezza consisteranno nella rimozione del terreno instabile e dopo il disgaggio e gli interventi sul pendio, nella posa di reti e ancoraggi e, in conclusione, nell’esecuzione di drenaggi a monte e sulle principali direttrici di scorrimento superficiale di versante.

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