Furti online: bottino da 2,8 milioni di euro

Criminalità I dati della Federazione autonoma bancari: in provincia di Como spariscono 233mila euro al mese - Gli hacker sfruttano i dati sensibili pubblicati su social e portali informatici. «Proteggere pin e password»

Truffe e frodi online, a Como nell’ultimo anno sono stai rubati 2,8 milioni di euro.

È quanto emerge dai dati presentati a inizio settimana al convegno regionale della Fabi, la Federazione autonoma bancari. I numeri mostrano un incremento delle truffe via rete (+30% rispetto al 2023) e delle frodi informatiche (+25%), un fenomeno che cresce molto più significativamente rispetto ai tradizionali furti in casa o alle rapine, figurarsi agli assalti ai bancomat. A Como i pirati informatici fanno sparire 233mila euro al mese. Nel complesso le truffe sono circa quattro volte le frodi.

I furti online registrati in provincia rappresentano il 5,9% del tesoretto sottratto in tutta la Regione. Ci riescono colpendo prevalentemente le persone più fragili, anziani poco esperti con computer, mail e password, oppure giovanissimi che si credono invincibili con uno smartphone in mano.

In totale in Lombardia risultano così sottratti, nel corso del 2024, 47 milioni di euro, 128mila al giorno.

Il trend è in crescita anche a livello nazionale. Questa nuova frontiera della criminalità è meno rischiosa per i ladri, c’è una minore probabilità di venire sorpresi e arrestati. Senza più contanti nei cassetti non è più utile la destrezza degli scassinatori, oggi sono più pericolosi gli hacker. Restando nel panorama lombardo, Milano, la capitale economica nonché il capoluogo più popoloso, è la città più colpita: i pirati informatici hanno rubato 17,8 milioni, il 37,7% del totale regionale. Seguono Brescia (5,4 milioni), Bergamo (4,7), Monza (4,1), Varese (3,8) davanti appunto a Como, poi Pavia (2,1), Lecco (1,6), Mantova (1,5) e Cremona (1,4). Il bottino è meno ricco a Sondrio (889mila euro), fanalino di coda Lodi (879mila euro).

«Il dato comprende sia le truffe online ai danni dei cittadini via computer e smartphone - commenta Loris Macrì, segretario provinciale della Fabi – che le frodi ai clienti bancari. Le banche oggi sono abbastanza attrezzate, l’84% delle transazioni anomale viene bloccato in automatico, il 4% del maltolto viene subito recuperato, resta è vero un 12%. Il punto debole però sono i dati sensibili che pubblichiamo noi attraverso i social network con click sospetti, rispondendo ad sms esca, oppure tramite mail truccate che sarebbe bene eliminare subito. Oltre ai sistemi di sicurezza serve più cultura informatica». Occorre proteggere password, pin e codici d’accesso.

«È un pericolo sempre più diffuso nel quotidiano per le persone - spiega Paolo Gualmo, segretario della First Cisl dei Laghi - tra spam e pop up, serve cultura informatica. ma in parallelo c’è anche il rischio per le banche tramite attacco hacker. Alle vittime oltre alla denuncia suggeriamo di domandare informazioni alle associazioni dei consumatori come la nostra Adiconsum».

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