Giardini a lago, lavori ancora in alto mare
L’ultima grana un ricorso al Tar

L’ultima grana è un ricorso al Tar che contesta l’incarico assegnato per la progettazione dei lavori - Dai fondi regionali andati perduti ai tempi lunghi per l’eventuale cantiere: se ne occuperà, forse, la prossima giunta

Como

L’eterno calvario dei giardini a lago. Per la principale area verde del centro, cuore della Como turistica, il dibattito è aperto da più di vent’anni: come valorizzarla? In passato si è a lungo parlato della loro recinzione, poi ha iniziato a porsi il tema della loro trasformazione.

Cinque anni fa è così arrivato il primo sì della giunta per riqualificare i giardini affacciati sul lago il progetto naviga ancora a vista, con un presunto termine di fine lavori rinviato, forse, alla fine del 2022. L’ultima tegola è il ricorso presentato a fine luglio dai concorrenti giunti secondi alla gara per la progettazione definitiva. Palazzo Cernezzi ora si da come scadenza massima il 10 di settembre.

«Siamo in attesa delle decisioni formali del tribunale amministrativo – spiega l’assessore alla partita Marco Galli – se non ci saranno problemi di altra natura entro il 10 di settembre attendiamo la consegna del progetto definitivo da parte dei vincitori del bando. A quel punto dovremo andare a gara entro fine anno, con la prospettiva di chiudere i lavori nel 2022».

La scorsa amministrazione aveva promosso un concorso di progettazione individuando un possibile ridisegno dei giardini. Il restyling già incardinato era stato in parte accantonato dall’attuale maggioranza dopo le elezioni, salvo riproporlo in corsa. Nel 2019, dopo lunghe attese, il Comune è stato costretto a restituire 380mila euro messi sul piatto dalla Regione perché non utilizzati in tempo. L’anno successivo altra brutta sorpresa: il milione e mezzo preventivato necessario per portare a termine le opere è cresciuto fino agli attuali due milioni e mezzo. Questione di sotto servizi, scavi e pompe, ma anche mancate indagini geologiche. La maggioranza ha comunque dato garanzie volendo coprire tutte le spese. Ora non bastasse aleggia lo spettro del ricorso al Tar che potrebbe di nuovo bloccare tutto. Galli, più volte criticato anche da pezzi interni alla maggioranza, si difende così. «Non abbiamo speso i soldi della Regione non per incapacità nostra – dice l’assessore – ma perché il precedente progetto era inadeguato. Tant’è vero che nel 2020 abbiamo per la prima volta convocato la conferenza dei servizi che ha rivisto al rialzo le spese con un calcolo più concreto e puntuale, mancavano stime e indagini. Piuttosto abbiamo perso quasi un anno di tempo perché i progettisti di allora, aggiudicata la gara, per loro motivi si sono sciolti e abbiamo dovuto improntare un altro percorso per arrivare ad un documento definitivo».

E poi c’è stato il Covid, mancherebbe. Diciamo però che la città aspettava i nuovi giardini nel 2019. Colpa della politica, colpa dei tecnici, ad oggi comunque non si è visto nulla. E quello dei giardini è solo uno dei tanti progetti rimasti eternamente incompiuti, fermi nelle pastoie della burocrazia locale. Superata l’idea dell’area sportiva i giardini dovrebbero finalmente dire addio al vecchio golf e alla locomotiva, un angolo della città troppo a lungo trascurato. In attesa del nuovo progetto l’intenzione è costruire una casa cubica fronte lago, con illuminazioni innovative, servizi igienici e commerciali, giochi d’acqua e spazi per i bambini.

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