Gli eventi natalizi trainano il turismo? «A Como no, arrivi aumentati lo stesso»

Il dibattito L’economista Luciano Canova ha studiato i flussi dopo l’addio alla Città dei Balocchi: «I visitatori stranieri sono sempre aumentati dal Covid. Trend indipendente da luci e iniziative»

Luci sì o luci no? Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, il tema sulla quantità di luminarie da accendere in centro città è tornato a farsi sentire. «Ma non è un tema davvero rilevante per i numeri del turismo invernale comasco» spiega Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico residente a Como.

I dati

La sua è un’analisi che traccia una linea chiara tra chi, come spesso è capitato negli ultimi anni, ritiene che le iniziative organizzate per la Città dei Balocchi fino al 2022 fossero un toccasana per la città - spesso si tratta di ristoratori e commercianti che hanno registrato fino a quell’anno una aumento nei numeri dei clienti- e chi invece ricorda con preoccupazione i tanti problemi causati dalle tante presenze di turisti. Tutto però sembra dipendere da una percezione non necessariamente oggettiva e in parte smentita dai dati.

Se è vero che nel 2021 si è registrato un picco di presenze e di pernottamenti in città piuttosto anomalo, è vero anche che i dati non raccontano una storia di cali significativi di turisti dopo che la giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese ha decretato la fine della Città dei Balocchi: i turisti stranieri sono aumentati in modo costante da allora, mentre una flessione, anche se leggera, si è registrata tra gli italiani: 34mila i visitatori annuali provenienti dalla Lombardia nel 2019, quando ancora c’era la Città dei Balocchi e 31.298 i visitatori annuali arrivati in città dalla Lombardia nel 2022, dopo la fine dell’iniziativa, ma anche dopo la fine della pandemia.

«La decisione del sindaco di annullare gli eventi natalizi della Città dei Balocchi è un colpo di tosse in inverno- commenta Canova - Nei dati si registra un picco solo nel 2021 che però è un outlier (un valore anomalo, distante dagli altri disponibili, ndr)». Osservare più specificamente le presenze in città nel solo mese di dicembre confrontando anni diversi aiuta a capire meglio cosa intende l’esperto. I dati raccolti dalla Regione infatti mostrano una continua crescita: l’anno scorso a dicembre ci sono stati 60.431 visitatori, nel 2023 erano 51.247, nel 2022 47.144 e nel 2019, prima della pandemia, 46.676. Il 2021 costituisce un’evidente eccezione: con 207.654 presenze nel solo mese di dicembre, infatti, la città ha più che quadruplicato i numeri precedenti il Covid. «Va anche notato che il 2021 è anomalo per un’altra ragione: la permanenza media dei visitatori è molto più alta che in passato» osserva Canova. Nel 2024, per esempio, la permanenza media registrata nell’arco dell’intero anno da parte dei turisti è stata pari a 1-2 notti, così anche nel 2023 e nel 2019, mentre negli anni a cavallo della pandemia e in particolare nel 2021 la permanenza media si è sensibilmente alzata arrivando a 3-4 notti, a dimostrazione di come la voglia di viaggiare dopo il lockdown abbia rappresentato un incentivo molto significativo per la città di Como.

Nel 2019 a dicembre le presenze registrate in città a Como sono state 46.676
Nel 2024 a dicembre le presenze registrate in città a Como sono state 60.41

Le prospettive per il futuro

«Ma se guardiamo al 2022, al 2023 e all’anno scorso vediamo come la fama della città di Como sia indipendente dalle iniziative che vengono fatte a Como dai commercianti o dal Comune stesso: il numero di turisti e in particolare di turisti stranieri è in continuo aumento» prosegue Canova. «Oltretutto non mi risulta ci sia stato uno studio approfondito basato sui numeri per giustificare la decisione di eliminare la Città dei Balocchi- sottolinea l’esperto - Semmai quello che possiamo dedurre dai dati è che il turismo comasco avanza per inerzia, grazie ad alcune caratteristiche paesaggistiche della città e del lago».

Secondo Canova i numeri se non altro dovrebbero metterci in guardia da un fatto: «Al turismo non si accompagnano ricadute economiche estremamente significative per il territorio. E questo vale in generale per tutta l’Italia, come dimostrano i dati Eurostat. Nel Comasco occorre investire su altro, sull’industria manifatturiera, per esempio, ma secondo me soprattutto sul Como 1907 e il brand che lo accompagna».

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