Boom della tassa di soggiorno, grazie al turismo Como incassa oltre due milioni: +40% dopo il Covid

Tributi Il Comune deve reinvestire gli introiti: la voce più “pesante” è la promozione turistica. Poi cultura e manutenzione del verde. Il presidente degli albergatori: «Puntare sugli eventi»

Ecco come il Comune spende la tassa di soggiorno, dalla pandemia a oggi questo tesoretto è cresciuto del 40%.

La nostra città per il 2023 conta di incassare due milioni e 30mila euro dall’imposta di soggiorno. Così si legge nella variazione di bilancio che il consiglio comunale si appresta a discutere. I pochi euro versati da ciascuno delle migliaia di turisti venuti ad ammirare il lago hanno già una precisa destinazione.

Dove finiscono i soldi dei turisti?

La voce più importante, 371mila euro, va sotto la voce “spese per manifestazioni e promozione turistica”. Seguono le iniziative culturali che ricevono un contributo pari a 350mila euro. Como spenderà inoltre, grazie ai tanti arrivi, 338mila euro per fare lavori ai giardini. Alle manifestazioni sportive vanno 210mila euro, 180mila ai servizi di custodia museali, 150mila per la manutenzione del parco di villa Olmo. Infine tra i capitoli più corposi 130mila euro di contributi alle imprese. Seguono tante piccole voci. Ma si può dire, riassumendo, che per la cultura e i musei la spesa copre il 33% dell’imposta totale. Mentre poco meno del 25% va al turismo e alla sua promozione e la stessa percentuale viene spesa per la cura dei giardini e dei parchi. Per la restante parte c’è un 10% di aiuti allo sport, sempre però guardando agli eventi, ed infine quasi il 7% alle imprese.

Il crollo dell’imposta turistica nel 2020

L’imposta di soggiorno, forte del boom turistico, è cresciuta del 70% rispetto al 2018 e del 40% rispetto al 2019. All’epoca la precedente amministrazione aveva messo a bilancio rispettivamente 1,2 milioni e poi 1,4 milioni di euro. C’è stato poi un netto crollo nel 2020 e nel 2021, per ovvie ragioni legate alla pandemia non si sono visti più turisti. Quindi un balzo a 1,6 milioni l’anno scorso e ora un gettito superiore ai due milioni. La previsione per il 2023 e il 2024 in realtà è un po’ meno rosea o forse soltanto più cauta. La tassa di soggiorno dovrebbe attestarsi nei prossimi due anni a un milione e 930mila euro.

«Molte amministrazioni locali concordano con noi le voci di spesa – spiega Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi – mentre con Como questo dialogo è sempre mancato, nonostante le nostre richieste gli scorsi anni. Siamo comunque a disposizione, penso che i tempi in città siano maturi. Noi albergatori d’accordo con i commercianti in linea generale suggeriamo di spendere un terzo dell’imposta di soggiorno per la promozione del turismo, un terzo per l’arredo urbano, anche per le cose banali, cestini, parchetti, eccetera, ovviamente non per le buche nell’asfalto. Quanto al resto, puntiamo sugli eventi culturali».

Esattori per i Comuni

Gli albergatori avanzano anche una richiesta, un’attenzione particolare al nero. «Sì, di fatto siamo noi alberghi e case vacanza che facciamo da esattori per conto dei Comuni – spiega ancora Leoni – dunque vorremmo che ci fosse uno stretto controllo in particolare sul mondo dell’extra alberghiero, dove potrebbe emergere molto sommerso. Così fosse i due milioni di euro messi a bilancio dalla città potrebbero diventare ben di più. Felici, nel caso, di dialogare con il capoluogo per valutare bene come utilizzare al meglio questo tesoretto».

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