Hotel e bar in ginocchio
«Follia da fermare»

Como: Alberghi vuoti per il 90%, locali in rivolta sulla chiusura alle 18 Camesasca: «Distrutto il lavoro di 10 anni, creato allarme sproporzionato»

Il turismo è già in zona rossa, con le attività ricettive travolte da un diluvio di disdette, e la stagione primaverile, seriamente compromessa. «Dati? Gli alberghi sono vuoti al 90%, la situazione è disastrosa - dice Andrea Camesasca, vicepresidente degli albergatori comaschi - la pubblicità negativa all’estero vanifica dieci anni di duro lavoro per valorizzare l’immagine del lago di Como». Camesasca non esita a contestare la strategia con cui si sta gestendo l’emergenza sanitaria: «È stato creato un allarme sproporzionato - continua - stanno mandando a rotoli l’economia del nostro territorio ma se si ferma la Lombardia cade tutto il Paese. Sono arrabbiato e sconfortato, stiamo dimostrando di non avere più coraggio, quando vedo le persone chiudersi in casa o dare l’assalto ai supermercati mi chiedo dove stiamo andando a finire, spero in un momento di riflessione collettiva: bisognerebbe spegnere i social, primi responsabili di questa isteria collettiva, e domandarci se non valga la bene adottare un diverso stile di vita».

Le previsioni

I numeri sono minacciosi. Il protrarsi dell’emergenza coronavirus oltre aprile-maggio potrebbe tradursi in una riduzione del Pil dello 0,3-0,4% con un pesantissimo impatto nel turismo - a rischio, tra marzo e maggio, 21 milioni 700 mila presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro - e nel settore dei pubblici esercizi che, con un rischio occupazionale già ora valutato in circa 100 mila unità, chiede il riconoscimento, a livello nazionale, dello stato di crisi, spiega Confcommercio.

E proprio i pubblici esercizi hanno dichiarato guerra all’ordinanza regionale che limita alle 18 l’orario dei bar. Qualche locale sta attrezzandosi per aggirare lo stop, accreditandosi come ristorante. I più però stanno rispettando l’ordinanza nonostante il grave danno economico.

«L’ordinanza presenta assurde indicazioni in particolare non si capisce perché i bar devono chiudere alle 18 e, inoltre, non vi sono chiarimenti in ordine al concetto di intrattenimento» dice Confcommercio Como secondo cui sarebbe più opportuno dare una serie di indicazioni chiare di come va gestito, all’interno del locale, l’afflusso di clientela.

«Stiamo predisponendo con la Fipe nazionale delle indicazioni dettate soprattutto dal buon senso per far sì che non vi siano assembramenti all’interno dei locali» dichiara Mauro Elli, vice presidente di Fipe Como.

Pertanto, in un locale sarebbe possibile avere pure la musica come sottofondo purché vengano rispettati i principi di igiene e profilassi che sono indicati per questa tipologia di virus.

Confcommercio Como sta anche predisponendo un’istanza al Prefetto perché abbia a modificare, ove possibile, l’ordinanza quanto meno a livello locale e provinciale.

«Non nascondiamoci che sabato per gli ambrosiani è previsto il carnevale e molti ristoranti festeggiano questa data» dice Giovanni Ciceri, presidente Confcommercio Como. «A costo di essere impopolari - continua il presidente - bisogna però anche avere il coraggio di non condannarci all’isolamento o farci travolgere dal panico e dalla paura avendo la volontà di uscire, di incontrarsi ma facendolo ovviamente rispettando poche e sagge norme che anche le nostre nonne ci davano, dettate dal buon senso: evitare gli assembramenti, non tenere i tavoli particolarmente vicini, provvedere alla pulizia e all’igiene dei bagni numerose volte durante il servizio, dare indicazioni ai propri dipendenti alla massima attenzione all’igiene personale utilizzando anche disinfettanti».

Le incongruenze

«Siamo al massimo del ridicolo – prosegue Confcommercio Como - dove le pasticcerie che fanno servizio al tavolo dovrebbero chiudere alle 18 o sospendere la somministrazione di cibo e bevande facendo però proseguire la vendita dei propri prodotti. Tra le cose inconcepibili e incongruenti è la possibilità di somministrazione di prodotti artigianali fatta eccezione per i bar dimenticando che tantissimi bar e pasticcerie hanno produzione propria e di conseguenza potrebbero somministrare. Pertanto è un’assoluta incongruenza che le attività artigianali possano tenere aperto dopo le 18mentre lo stesso genere di attività ma collegato al bar non è possibile».

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