I britannici sul Lario tra lacrime e ricordi
«La regina Elisabetta resterà nel nostro cuore»

Il lutto I volti noti inglesi (e scozzesi) che vivono qui piangono Elisabetta: «Ha servito davvero lo Stato. Al di sopra del gossip, ispirava rispetto. Ci mancherà»

È passata attraverso la storia come solo quei personaggi che diventano icone di un’epoca sanno fare. Elisabetta II d’Inghilterra è morta l’altroieri, all’età di 96 anni, dopo aver governato per sette decenni e non prima che la sua influenza si facesse sentire anche qui, a Como.

Non tanto perché abbia mai visitato in prima persona il nostro territorio, quanto piuttosto perché tramite i cittadini britannici che – numerosissimi – vi sono transitati la forza della sua personalità ci ha raggiunti. E infatti giovedì sera, dopo la notizia ufficiale della sua morte, sono stati in molti gli “anglo-comaschi” che si sono commossi di fronte alle televisioni per quella che, non c’è altro modo di dirlo, è la fine di un’era.

«Un rito che ci lega»

«In un’epoca in cui tutto accade molto velocemente, la tradizione che portava con sé, quella di una monarchia che dura da centinaia di anni, ha saputo toccare tutti gli inglesi» racconta infatti Robert Webber , general manager del Palace Hotel. I suoi primi ricordi della regina in effetti sono intrisi di quella tradizione di cui parla, tra le prime ispezioni del corpo di guardia davanti a Buckhingam Palace e le sue apparizioni a cavallo: «I riti della famiglia reale ci legano, ma lei soprattutto era capace di stare al di sopra del gossip, sapeva ispirare rispetto e affetto in tutti».

È così anche per Ross Whieldon, noto albergatore dell’hotel Cadenabbia, che per descrivere i primi momenti in cui la sua regina è venuta a mancare ha scelto la parola “surreale”. «Se ne è andata con la discrezione che l’ha sempre caratterizzata: la regina è da sempre sovrapolitica e di fronte a lei i consiglieri, gli ambasciatori e i burocrati non osavano mai litigare, bisognava piuttosto discutere con calma», racconta, pensando ruolo che per 70 anni Elisabetta di Windsor ha rivestito per il suo Paese.

«Nonostante questo aveva una grande esperienza di politica e diplomazia, per questo tutti si fidavano di lei e l’ammiravano, anche gli anti-monarchici. Su un articolo del Financial Times è stato chiesto al suo segretario di confrontrla con le regine che l’hanno preceduta - sorride sottolineando l’imbarazzo del paragone - e lui ha risposto che certi accostamenti sono pericolosi, ma che in fondo la regina era più coraggiosa di Elisabetta I e più astuta di Vittoria, come dargli torto?».

Una grande donna insomma, che spicca persino tra le sue antenate, capace di ispirare tante giovani che in lei hanno visto un modello di intraprendenza e senso di responsabilità. Così la vuole ricordare Judith Wade, fondatrice e amministratrice dei Grandi Giardini Italiani con sede a Villa Erba: «C’è un termine inglese per descrivere il suo ruolo - spiega Wade - ed è “statesman”, ma io penso che dopo l’enorme influenza che questa regina ha avuto bisognerebbe parlare più spesso di “stateswoman”». E poi ricorda il suo insostituibile rapporto col popolo inglese, con quei cittadini che negli anni ha sempre saputo sostenere: «Ha rappresentato il profilo di chi sa fare un lavoro dedicandovisi continuamente e con grande coerenza: sono caratteristiche che noi inglesi appreziamo molto. E poi - aggiunge - mi ha commossa particolarmente il fatto che molte condoglianze siano arrivate anche da isole sperdute del Commonwealth, che lei ha sempre cercato di rafforzare con strumenti di pace. È stata la più grande espressione vivente del “servitore dello stato”, sarà strano dire “God save the king” d’ora in poi».

Regina fino alla fine

Lacrime e commozione anche nel racconto di Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio Como, che vive immerso nello spirito inglese grazie alla sua professione e alle origini della madre e della moglie, Jane Garnett. «Ero con alcuni amici inglesi quando abbiamo ricevuto la notizia e l’impatto è stato molto forte - spiega - ma è stato bello anche vedere come nel giro di poche ore suo figlio, re Carlo, sia riuscito a farsi spazio nel cuore degli inglesi stringendo le mani di tanti cittadini, che gli sono stati vicini in questo momento difficile».

Ammirazione profonda anche da parte di Amanda Cooney, insegnante di inglese molto nota a Como: «Negli ultimi anni era molto “popular” , ma non è sempre stato così - racconta, con riferimento alla morte di Lady Diana - ma lei davvero per noi è stata una roccia, sempre stabile, persino in questi ultimi due giorni». Il pensiero naturalmente va a quell’ultima apparizione in tv, mentre, con il sorriso stampato in volto, Elisabetta II stringe la mano a Liz Truss, nuovo primo ministro del Regno Unito. Una regina fino alla fine.

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